Operazione Colomba, corpo Civile di Pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, chiede che il governo libanese rispetti il principio di non-refoulement (non respingimento) in un appello al Governo italiano, all’Ue e all’Onu, alla luce della drammatica situazione del milione e mezzo di profughi siriani in Libano, riportata in un dossier presentato oggi a Roma, presso la Camera dei Deputati.
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Presentata la Proposta di pace per la Siria elaborata dai profughi siriani in Libano.
Gli abitanti di At Tuwani, piccolo paesino a sud di Hebron in Cisgiordania, da anni rispondono ai soprusi dell'occupazione militare con la nonviolenza. La testimonianza di Hafez Huraini, palestinese, e di Alberto Capannini di Operazione Colomba, in dialogo con Moni Ovadia.
Promosso da Operazione Colomba (Corpo Nonviolento di Pace dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII)
Alla vigilia della visita di papa Francesco all'isola greca di Lesbo, il secondo appuntamento della rassegna “Trovarsi Altrove - migrazioni tra miti e realtà” ha proposto all'Auditorium di Mori storie di vita di migranti nel Mediterraneo e nei campi profughi in Libano e in Grecia.
In questi mesi tanto si è parlato di corridoi umanitari per alleviare le sofferenze delle migliaia di persone in fuga dalla guerra siriana. E in alcuni casi l'idea ha trovato concretezza. Un'intervista a Fabrizio Bettini di Operazione Colomba.
Per cinque mesi ha condiviso la vita dei profughi siriani in fuga dalla guerra scoppiata cinque anni fa, nel marzo 2011. Marta Matassoni, roveretana, 24 anni, in questa singolare esperienza si è buttata con tutta la freschezza della sua giovane età per ragioni di studio.
Alberto Capannini, fondatore dei corpi di pace dell'Operazione Colomba, da più di vent’anni è volontario nelle zone di guerra di tutto il mondo. “Nessuno, di fronte a certe situazioni, può restare spettatore”, dice dal campo profughi di Tel Abbas, in Libano.
Una giornata nel campo profughi di Tel Abbas, a 4 km dal confine siriano. Poi il lungo viaggio dal Libano al Trentino insieme ai rifugiati siriani accolti a Villa San Nicolò, sopra Trento, grazie ai corridoi umanitari.
L'arrivo a Roma dei primi 93 profughi siriani giunti in Italia grazie a un corridoio umanitario. Un progetto ecumenico che dimostra che un’accoglienza sicura e umana, che guarda ai migranti non come numeri ma come persone, è non solo possibile, ma anzi auspicabile.