Nella forma dialettale suona Pardàc. Nel 1100 si trova un pratum magnum quod dicitur pradassis e più tardi de Predazo, Pradac e Predacio. Deriva dalla voce latina pratum col suffisso aumentativo -aceus.
Predazzo in origine consisteva di soli 12 masi sparsi nella piana alluvionale alla confluenza del Travignolo nell’Avisio. L’economia poggia sullo sfruttamento delle ingenti risorse forestali. Segni del paesaggio storico e ambientale sono i “tabià” di Bellamonte, fienili sui prati della Valle del Travignolo. Rilevante centro turistico, è importante nodo economico tra Fiemme, Fassa e Primiero. Vi prosperano industria, artigianato, agricoltura. È famoso il suo museo geologico-mineralogico.
Lo stemma è stato concesso dall’Imperatore d’Austria col rango di Borgata il 5 gennaio 1888. Nell’ovale arabescato in oro nella metà superiore in argento, sono intrecciati e legati in rosso un archipenzolo d’oro, una squadra e due martelli (da muratore e da scalpellino). Sotto, su fondo azzurro una rondine, che ha sostituito l’aquila di Trento che Vienna avrebbe voluto, ma che non fu adottata “per non urtare”, come recita una lettera spedita al capo Comune da Vienna.
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