Livo, un villaggio rurale… moderno

Lo stemma di Livo

Verso la metà del 1200 era de Livo e deriva da un prelatino. Gli storici escludono la sua derivazione sia da clivius sia da olivus. Gli abitanti in dialetto sono detti anche mezaiones o meziònes (mezzaloni) come tutti i residenti tra Mostizzolo e Rumo, vale a dire nel territorio Mezzalone tra il Pescara, il Noce e il Barnés. Il termine deriva da medius, cioè “in mezzo” (ai torrenti). Padroni del paese erano i de Livo che possedevano i castelli di Zuccolo, Livo (era la loro residenza) e Mostizzolo.

Livo era sede di una delle cinque gastaldie delle valli del Noce. Livo, capoluogo del Mezzalòne, è circondato da frutteti con sullo sfondo la catena montuosa delle Maddalene. Nella frazione di Varollo, sede dell’antica pieve di Livo, sorge la chiesa gotica della natività di Maria col suo altissimo campanile. L’economia ruota attorno alla coltivazione delle mele. Il villaggio ha conservato la nobiltà di un tempo.

Lo stemma è stato adottato il 26 novembre 1987 e pare alludere al “basilisco” che la leggenda lega al castello sopra Mezo (Mezzocorona). Su campo argento è raffigurato un basilisco spiegato nero con cresta, fauci, lingua e occhi rossi e zampe con nervature in oro. Ornamenti esteriori di Comune con fronde legate da un nodo in oro.

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