Una compagnia unica, ma al cui interno si muovono artisti di tutte le età. La Filodrammatica Vi.Va., storica compagnia dell’altopiano della Vigolana, è attiva sul territorio da più di quarant’anni. Fra le rassegne estive e gli spettacoli in dialetto, continua lungo la traccia segnata dai suoi fondatori, che hanno intuito nel teatro uno strumento di incontro e di aggregazione con un’attenzione intergenerazionale, come racconta la presidente Rosella Ducati.
Presidente, tra le compagnie trentine voi vi distinguete in particolare per il Teatro Ragazzi. Com’è nato questo progetto?
Da quando la filodrammatica è stata rifondata nel ‘77, abbiamo dedicato sempre una par-proiezioni te del teatro ai ragazzi, sia nella proposta di spettacoli che coinvolgendoli in corsi o attività. Poi nel ‘92 abbiamo dato vita proprio alla Festa Teatro Ragazzi, con compagnie di professionisti che durante l’estate arrivavano sull’Altipiano. Da allora, con questa festa, non ci siamo mai fermati, assimilandola poi alla rassegna Vigolana Teatro d’Estate.
Come siete riusciti a coinvolgere i più piccoli?
Da noi è una tradizione: i bambini e i genitori si passano la parola, chiedono di poter portare un fratello o un amico e così ci si allarga. Per il gruppo che coinvolge la fascia delle superiori è più difficile, perché alcuni smettono quando cominciano l’università, ma proviamo a mantenere una forma di continuità. L’anno scorso ad esempio i ragazzi sono riusciti a mettere in scena uno spettacolo su Dante scritto tutto da loro. Si intitolava ‘Prove d’inferno’ ed è stato diretto da una ragazza del gruppo, a cui abbiamo fatto fare un corso di regia tramite la Co.F.As..
All’interno della Filodrammatica c’è anche un gruppo adulti?
Certo, è quello che noi chiamiamo ‘il gruppo della dialettale’, perché gli spettacoli che portiamo sono tratti da testi che troviamo e traduciamo in dialetto, così da tenere viva la tradizione.
Come vede il rientro dall’emergenza di questi giorni?
L’altro giorno ho telefonato ad un amico di Bergamo, che fa il burattinaio ed è venuto tanti anni per il Teatro Ragazzi. Mi diceva così: “Noi siamo stati i primi a smettere e saremo gli ultimi a ricominciare”. Per il teatro professionale sarà durissima ricominciare, perché i finanziamenti alla cultura saranno gli ultimi ad arrivare. Però penso anche alle parole di un altro amico artista che sostiene che, nonostante le difficoltà, la bellezza ritornerà. Io sono fiduciosa: il teatro sarà uno dei punti su cui far leva per ricucire i rapporti che oggi sono dispersi.
Come stanno vivendo i bambini e i ragazzi questa distanza?
I genitori mi dicono che i figli non vedono l’ora di tornare a fare le prove, più presto possibile. Speriamo mantengano sempre questo entusiasmo.
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