Il mondo del volontariato trentino piange una delle figure più significative: Bruno Masè, scomparso oggi a 83 anni, molti dei quali dedicati al servizio dei più bisognosi della città dopo una carriera da funzionario della Cassa di Risparmio. Era nato a Fiume dove la sua famiglia era esule in Istria e quest’esperienza migrante lo aveva segnato, portandolo a prendersi cura di quanti – anche provenienti da altri Paesi – sono arrivati in Trentino. Nel 2017, da socio aclista, aveva anche destinato l’utilizzo di un suo appartamento a Caderzone all’accoglienza di una famiglia siriana attraverso IPSIA ACLI in uno dei primi corridoi umanitari: un gesto che aveva poi coinvolto tutta la comunità rendenese.
Ma l’iniziativa di Bruno Masè è stata fondamentale soprattutto nell’ideazione e nell’avvio di Trentino Solidale, ovvero la realtà che ha curato il servizio di distribuzione degli alimenti alle famiglie bisognose. Aveva cominciato personalmente una raccolta delle eccedenze alimentari dei supermercati e poi insieme a Francesca Ferrari, scomparsa poche settimane fa, e altre persone aveva fondato l’Associazione Trentino Solidale, sviluppatasi negli anni fino a costituire oggi una rete molto efficiente e un riferimento per tanti volontari.
Ma Bruno Masè, ispirato da una fede robusta e concreta, aveva avuto un ruolo propulsore anche nelle iniziative di carità delle parrocchie trentine e aveva più volte scritto al settimanale diocesano per segnalare situazioni di particolare bisogno o ingiustizie che dovevano essere risolte con carità e impegno anche politico. Era una persona che ha vissuto in modo radicale l’invito del vangelo di Matteo al capitolo 25.
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