Doveva essere un anno di festeggiamenti quello appena finito, per il coro Azzurro di Strada nella Pieve di Bono, fiero del suo settantesimo compleanno, avendo mosso i primi passi nei repertori del canto popolare a partire dal lontano 1950. Ma il coronavirus ha vanificato il bel programma celebrativo del complesso corale guidato da Cornelio Armani con la collaborazione tecnica di Danilo Armani.
Il coro Azzurro, però, non ha inteso demordere da un altro sfidante proposito. Proprio in questi giorni e grazie anche alla determinazione di un consiglio direttivo giovane e motivato, s’è preso la sua rivincita pubblicando un libro che racconta la sua vita. Reca come titolo “Entorno al foch se canta”, proposizione mutuata dal comune repertorio del coro Azzurro e del celebre coro della SAT, da sempre uniti da un forte legame di stima, d’amicizia, di canti. In copertina, uno degli storici disegni di Livio Ober, in quarta una bella immagine del complesso corale nella chiesa arcipretale di Santa Giustina.
Il volume si compone di alcuni capitoli tematici che nella prima parte illustrano le radici storiche del canto popolare – scaturite sempre dalla quotidianità del popolo – del quale il coro Azzurro, guidato in origine da una figura indimenticabile come Basilio Mosca, è stato tra i più accurati interpreti, sulle orme e le sollecitazioni dell’amico coro satino del grande Silvio Pedrotti. Altre pagine raccontano il contesto sociale, culturale e storico nel quale nasceva il coro, rammentandone le innumerevoli esibizioni in terra trentina, in molte regioni italiane in Europa ed Oltreoceano. E l’amicizia, che tuttora perdura instaurata negli anni ‘70 con il villaggio bavarese di Oberhausen e la sua celebre Musikappelle.
Uno spazio di rilievo è riservato al ruolo avuto dal complesso corale di Strada nella formazione, certo dei suoi allievi, ma soprattutto nella didattica musicale in collaborazione con gli istituti della scuola primaria e secondaria. Per ultimi nel volume i protagonisti e gli interpreti di questa lunga storia: i 158 coristi, i quattro maestri, i sette presidenti – tra questi ultimi la prima presidente fu una giovane donna, Anna Nicolini – e decine di dirigenti e collaboratori. A ricordarci insieme il piccolo miracolo, lo spaccato di storia, di socialità, di passione musicale di questo piccolo angolo di terra trentina e giudicariese.
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