In Italia si stimano oggi in circa un milione, in Trentino 10 mila e in Alta Valsugana circa 2 mila. Dati significativi statisticamente, ma che poco chiariscono le conseguenze di questa malattia per l’interessato e per i familiari, che si trovano a convivere con una situazione che rivoluziona completamente la loro vita, senza capirne spesso i meccanismi e le possibili soluzioni, che si scaricano quasi sempre sulle case di riposo che in effetti vedono crescere in maniera esponenziale gli ospiti con questi sintomi.
L’Apsp di Pergine ha affrontato il problema ormai da anni, mettendo a disposizione fin dal 2008 il nucleo “Sorgente”, undici posti letto destinati a persone affette da demenza associata a disturbi comportamentali rilevanti. A gennaio 2013 era stato aperto uno “sportello di sostegno e consulenza psicologica per anziani” guidato dalla psicologa dott.ssa Paola Maria Taufer e proposto come punto di riferimento per tutti i disagi legati all’invecchiamento proprio o dei familiari, a sofferenze in seguito a separazioni o lutti, a difficoltà di comunicazione con familiari e amici, al sostegno psicologico nell’ambito dell’insorgenza o dell’evoluzione di malattie quali appunto le demenze.
Ora il quadro degli interventi in questo settore – nel frattempo sono iniziati i lavori di realizzazione di un nuovo edificio a fianco di quello storico di via Piave, destinato appunto ai malati di Alzheimer, per una spesa di 1.230.000 euro – si chiude con l’avvio, dal mese di luglio, di un “Centro di ascolto Alzheimer”, presentato nei giorni scorsi dai vertici dell’ente e della, Cassa Rurale di Pergine che, tramite “Cooperazione Reciproca Pergine” finanzia gran parte dei costi.
“Un nuovo servizio – hanno precisato il presidente Diego Pintarelli e il direttore Giovanni Bertoldi – con il quale non si pretende di risolvere questo problema complesso, ma almeno si offre un importante aiuto alle famiglie che si trovano coinvolte in questa malattia”. Che porta con sé molte conseguenze, spesso drammatiche per le famiglie. “Le quali spesso conoscono ben poco di questa malattia, per cui si trovano ad affrontare i comportamenti del familiare prive di adeguati sostegni conoscitivi, – commenta la psicologa dott.ssa Paola Maria Taufer che coordina il team di supporto del nuovo servizio – col risultato che spesso sono gli stessi familiari che, incapaci di affrontare la situazione, rischiano di ammalarsi con conseguenze per sé ma anche con l’impossibilità di aiutare il malato. Questo servizio inoltre si propone di aiutare il malato a trovare dentro di sé le risorse, talvolta sconosciute, per affrontare la nuova situazione”.
Duplice l’obiettivo di questo servizio (ogni 1° lunedì del mese dalle 16 alle 19 a partire dal 4 luglio prossimo), secondo il dott. Lorenzo Vinante: far accettare la malattia all’interessato e indirizzare la risposta migliore alla malattia mentale. In che modo? Attraverso i servizi del Centro che riguardano l’accoglienza (ascolto e lettura dei bisogni del familiare), l’orientamento per la cura del malato, la consulenza specialistica (di tipo medico, legale, servizio sociale, giuridica e etica), sostegno psicologico, ricerca di assistenti familiari privati.
Un servizio il cui costo è coperto in gran parte dalla Cassa Rurale tramite “Cooperazione Reciproca Pergine” che – ha assicurato il presidente Senesi – “è sempre presente, anche in questi momenti in cui calano le risorse, quando si tratta di aiutare le persone; e lo sarà anche nel momento in cui ci sarà la Cassa Rurale Alta Valsugana”.
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