I ricordi del novantenne Remo Cadonna, per oltre vent’anni “dirigente” a servizio dei ragazzi e delle mamme di Gocciadoro
Gli ex ragazzi del Villaggio SOS di Trento – ora sono genitori, qualcuno anche nonno – se le ricordano bene Stille Nacht e le altre nenie natalizie che si diffondevano dolcemente nei vialetti di Gocciadoro grazie ad un altoparlante artigianale piazzato sulla finestra da Remo Cadonna, il dirigente. Dalla sua abitazione, che era in posizione ideale per quel ruolo di supervisione e di riferimento maschile nella formula educativa allora fondata sulla figura delle “mamme” educatrici, Cadonna contribuiva con questa colonna sonora del 25 dicembre alla serenità natalizia ricercata nelle altre sette case del Villaggio, dove i bambini si portavano il loro vissuto di sofferenza.
“Certo, la preparazione del Natale creava anche al Villaggio un’atmosfera particolare per i ragazzi, favorevole anche a stemperare i rapporti non sempre facili con le loro famiglie d’origine”, osserva oggi Remo che ha festeggiato lo scorso xx novembre i novant’anni tondi tondi, coetaneo dunque del nostro settimanale e da sempre suo appassionato lettore. Un altro “pezzo da novanta” conosciuto da tanti trentini che negli anni pionieristici della sua direzione – dal 1964 al 1986 – videro concretizzarsi e svilupparsi a Gocciadoro l’intuizione dell’austriaco Hermann Gmeiner, importata per la prima volta in Italia dall’indimenticabile Zita Lorenzi, appoggiata dall’amministrazione comunale dell’epoca e da tanti benefattori. Una storia ancora vivissima, raccontata per i primi 40 anni da Marco Zeni nel libro “Cuore di mamma, vita di villaggio”, che sfogliamo insieme a Remo Cadonna soffermandovi proprio su quelle foto natalizie così evocative: ecco una mamma con i suoi ragazzi che offre il sale all’asinello di Santa Lucia, ecco il grande abete, vicino alla fontanella, sul quale s’arrampicavano i volontari per attaccare gli addobbi, per non dire della super stella cometa collocata un anno sull’esterno della “Centrale” e visibile anche dalla città. Tante famigliole trentine, non solo dalla vicina parrocchia di Sant’Antonio da sempre collegata al Villaggio, salivano in passeggiata a visitare il presepio al limitare del Parco. “Lo stesso ambiente naturale in cui il Villaggio è inserito pare straordinariamente adatto al clima del Natale con le grandi conifere abitate da simpatici animaletti, i profumi del bosco e il candore negli inverni carichi di neve”, osserva Cadonna che ricorda bene – come tanti ex ragazzi abilissimi a slittare – la salita d’accesso trasformata in ideale pista, dove un giorno alcune educatrici finirono diritte con il loro slittone su una curva pericolosa.
Non è leggenda, come non era poesia anche la vita quotidiana dentro il Villaggio, dove però si è sempre cercato di creare relazioni “calde”, attente ai bisogni di ogni singolo bambino.
“Nel periodo natalizio ricordo anche che dovevamo dedicare non poco tempo ad aggiustare manualmente i giocattoli usati che ci venivano regalati. Li rimettevano in sesto, a disposizione delle mamme come dono di Gesù Bambino”, è un altro ricordo di Cadonna che si commuove davanti ad un particolare: “Talvolta i benefattori ci portavano oggetti appartenuti a bambini scomparsi prematuramente ed era confortante veder rivivere un triciclo o una bicicletta con i nostri ragazzi in sella”.
Maestro elementare, cresciuto all’oratorio del Duomo, nelle fila dell’Azione Cattolica e poi “vocato” al Villaggio, Remo Cadonna ha incarnato – assieme a tante altre figure generose nei rispettivi compiti – quel valore di dedizione educativa ed anche affettiva che ha costruito nel tempo il valore Villaggio, senza tirarsi indietro anche da lavoretti manuali. A proposito, nelle sere prenatalizie c’era da girare di casa in casa per ripristinare le luminarie di un albero di Natale o per consolidare un fondale a rischio, tanto che spesso papà Remo arrivava all’ultimo momento ad allestire il presepe della propria casa, dove lo aspettava l’indimenticabile moglie Mariella Masera, con la sua presenza discreta e partecipe, ed i due figli. Uno dei due, Franco è oggi il vicedirettore (accanto al direttore Giovanni Odorizzi) di una realtà che è chiamata continuamente a evolvere in risposta a bisogni nuovi di un contesto sociale ogni anno diverso. “Come avveniva fin dai tuoi tempi – confida oggi Franco a papà Remo – anche quest’anno al Villaggio è arrivata Santa Lucia con il suo asino e la “strozega” preparata dai bambini, portando dolcetti e frutta secca distribuiti ad ognuno di loro, casa per casa”. Un segnale di continuità all’insegna del dono, un sorriso anche nella vecchiaia di Remo Cadonna che ha lasciato il Villaggio esattamente 30 anni fa ma ha continuato a seguirlo col cuore. Riandando col pensiero a quel “Tu scendi dalle stelle…” -, ricordo di un Dio che pure si è fatto bambino nella precarietà – diffuso per tanti anni con uno stereo gracchiante dalla casa del “dirigente”.
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