Per il giudice fu corruzione elettorale

Per il patto preelettorale con gli Schutzen condannati Dalprà e Corona. Il consigliere Baratter evita il processo

Vi fu “corruzione elettorale” nell’accordo sottoscritto in vista delle elezioni provinciali del 2013 fra gli Schutzen e due aspiranti candidati del Patt. E’ quanto ha ritenuto in primo grado il giudice Enrico Borrelli (la sentenza sarà certamente appellata) che ha condannato a 5 mesi e 10 giorni di reclusione il capo degli Schutzen del Tirolo meridionale Paolo Dalprà e il vicecomandante Giuseppe Corona (sotto processo come aspirante candidato del Patt, ma poi non inserito in lista). Il terzo firmatario dell’accordo, l’attuale consigliere regionale del Patto Lorenzo Baratter, storico dell’autonomia trentina, è uscito dal processo grazie all’istituto della messa in prova, impegnandosi cioè a lavorare in un lavoro socialmente utile (presso l’ANFFAS) ottenendo l’estinzione del reato dopo aver risarcito la parte lesa.

Gli imputati, che hanno sempre respinto le accuse, ricorreranno in appello, forti del fatto che la procura aveva chiuso le indagini preliminari con un’archiviazione (respinta però dal giudice Claudia Miori) in quanto il fatto non sussiste, ritenendo che l’espressione contenuta nell’accordo “pieno sostegno” (in cambio di un versamento mensile del futuro consigliere di 500 euro al mese) non significa necessariamente promessa di un voto.

Di diverso avviso invece il giudice Borrelli; in attesa delle motivazione della sentenza, gli imputati dovranno anche risarcire 3 mila euro (più 2500 di spese legali) all’autore dell’esposto, vale a dire il deputato pentastellato Riccardo Fraccaro.

Lo stesso movimento Cinque Stelle, per bocca del consigliere Filippo Degasperi, chiede ora che il Consiglio provinciale sia sciolto in quanto la sentenza “ne mette in discussione la stessa legittimità”. Una rivendicazione al giudice l’ha portata anche il consigliere Giacomo Bezzi, ritenutosi “parte lesa” in quanto penalizzato nell’esito elettorale, ma la sua memoria difensiva è stato ritenuta fuori tempo massimo dal giudice. Altri esponenti delle opposizioni chiedono le dimissioni.

Comprensivi verso Baratter i giudizi degli esponenti del Patt: “E’ stata solo un ingenuità – hanno dichiarato – perché non c’era la volontà di comperare i voti, come ha ritenuto il pm chiedendo l’assoluzione”.

Aggiornamento: con sentenza definitiva di proscioglimento emessa dal Tribunale di Trento il 30 maggio 2017 e passata in giudicato il 23 giugno 2017 – in seguito alla riuscita del periodo di messa in prova – il reato ascritto a Lorenzo Baratter risulta estinto. I coimputati sono stati tutti assolti con la formula piena del “perché il fatto non sussiste”; Paolo Dalprà è stato assolto con l’ampia formula dell’insussistenza del fatto dalla Corte di Appello di Trento con sentenza del 26 ottobre 2018, passata in giudicato il 12 marzo 2019.

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