Il Consiglio comunale di Trento ha approvato la mozione sul salario minimo presentata da Pd e Psi. Soddisfazione da parte della Cgil. “Il testo, istituendo una commissione ad hoc di cui faranno parte anche Cgil Cisl Uil, propone un modello avanzato perché punta ad individuare in modo oggettivo i livelli retributivi più adeguati al costo della vita nella nostra città, andando a tutelare il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori, a partire da quelli più fragili che operano in appalto, valorizzando la contrattazione collettiva nazionale e territoriale”, commenta il sindacato. “È nei servizi esternalizzati, infatti, che molto spesso si verificano le condizioni di lavoro povero”, sottolinea la Cgil.
Per il sindacato di via dei Muredei “è importante che il modello che verrà sperimentato nel capoluogo venga esteso a tutta la provincia“. “Anche in questo senso – commenta la Cgil – appare incomprensibile l’atteggiamento dei partiti di centrodestra, ieri in Consiglio comunale, che per una protesta sul metodo hanno deciso di abbandonare l’aula non partecipando al voto”.
Esprime la stressa amarezza il sindaco di Trento Franco Ianeselli. “Eppure – scrive sui social il sindaco – il tema in discussione era di quelli importanti: si parlava di quantificare il “salario essenziale”, che poi è la retribuzione minima (oraria o mensile) che permette di vivere dignitosamente in una città come Trento. Non è una soglia vincolante, ma può diventare significativa perché, come avviene per esempio a Londra, è considerata un punto di riferimento oggettivo per i lavoratori fragili: se si va sotto il limite del “salario essenziale”, si accende un campanello d’allarme, tanto per i datori di lavoro, anche quelli pubblici, tanto per chi percepisce la magra retribuzione”.
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