Michele Nicoletti a Trieste: “Democrazia in affanno e sfidata da più parti”

Credit: Consiglio d’Europa

“Il tema della settimana è ‘Al cuore della democrazia’ e la riflessione che mi è stata affidata ha per titolo ‘Amare la democrazia nelle sfide del presente’. Un po’ come dire: ‘Se vogliamo andare al cuore della democrazia, dobbiamo avere la democrazia nel cuore’. Se siamo qui, la abbiamo”. Lo ha affermato Michele Nicoletti, filosofo dell’Università di Trento, ex deputato che ha presieduto l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, nella sua relazione di giovedì 4 luglio alla Settimana Sociale dei Cattolici Italiani di Trieste.

Nella sua riflessione Nicoletti ha provato a “richiamare le principali sfide che il tempo presente lancia alla democrazia; illustrare per quali ragioni la democrazia sia da ‘amare’; in quale modo cercare nell’oggi di tradurre in pratiche politiche questa cura per la democrazia”. Analizzando lo stato di salute delle democrazie nel mondo, emergono, secondo Nicoletti, “elementi di preoccupazione. Se dobbiamo paragonare il momento presente a quello della fine del secolo e del millennio scorso, è facile notare la differenza, soprattutto in termini di ‘aspettative’ nei confronti della democrazia. Dopo la caduta del muro di Berlino, il successo della democrazia come forma di governo pareva affermarsi in ogni continente. […] Oggi, il numero delle democrazie nel mondo tende a decrescere e anche là dove i regimi rimangono formalmente democratici la loro sostanza e la loro qualità democratica pare indebolirsi. E soprattutto diminuisce il favore di cui la democrazia sembrava godere. Insomma la democrazia pare in affanno, sfidata da più parti“.

Sei le sfide alla democrazia indicate da Nicoletti. “Esiste anzitutto una sfida ambientale. Hanno un bel dire i negazionisti che i cambiamenti climatici che sperimentiamo rientrano nei normali andamenti ciclici”. La seconda sfida “è quella migratoria. La sua portata non accennerà a diminuire. È sufficiente consultare i siti dei maggiori osservatorii internazionali sugli sviluppi dei flussi demografici e migratori, incrociati con i dati ambientali sopra citati, per capire quanto radicale sia la rivoluzione in corso nell’equilibrio mondiale con una progressiva e, pare, inarrestabile perdita di potere economico e politico e forse culturale da parte dei Paesi europei e occidentali. L’impatto della questione migratoria sulla vita politica e lo sviluppo delle democrazie è sotto gli occhi di tutti. Non vi è competizione elettorale che non sia profondamente influenzata da tale questione. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a dinamiche profonde di natura non solo sociale e politica ma anche antropologica”.

La terza sfida delineata da Nicoletti è di natura economica. “Il destino delle democrazie è concettualmente e storicamente legato alla loro capacità di consentire un effettivo accesso a uguali opportunità di benessere e a una ragionevole equità nella distribuzione delle risorse”.  Una quarta sfida riguarda la tensione internazionale “oggi tragicamente sfociata nella guerra. Rispetto a qualche anno fa ci troviamo non solo di fronte a conflitti sanguinosi vicino a noi, ma anche a una riabilitazione del ricorso all’uso della violenza per la risoluzione dei conflitti. Si tratta di una sfida immensa per la democrazia”.

Una quinta sfida “è quella rappresentata dall’innovazione tecnologica nel campo dei mezzi di comunicazione e di elaborazione delle informazioni. La democrazia è – più di ogni altro – un ordinamento politico basato sulla conoscenza diffusa – la lotta contro l’analfabetismo politico, il conoscere per deliberare – e sulla comunicazione di informazioni e opinioni. Lo squilibrio nel possesso e nella gestione delle informazioni porta con sé enormi squilibri di potere”. L’ultima sfida segnalata dal relatore “è una sfida interna alla democrazia e riguarda l’usura dei suoi meccanismi interni di funzionamento istituzionale – il sistema rappresentativo dei partiti –, la riproduzione delle sue fonti di legittimazione e quindi di produzione della ‘fiducia’ nella democrazia, la custodia di una cultura e di un’etica della democrazia”.

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