Arte sacra, più coraggio

Al Museo Diocesano Tridentino una riflessione sul rapporto tra musei ecclesiastici e arte contemporanea. Presentato il volume curato da Domenica Primerano

"La cultura cristiana è a disagio rispetto all'universo espressivo della vita contemporanea, il rapporto tra cultura artistica odierna e bisogni della vita cristiana è problematico e questo sentire viene espresso con rifiuto, sarcasmo, scetticismo".

È la diagnosi impietosa di don Giuliano Zanchi, direttore generale del Museo diocesano "Adriano Bernareggi" di Bergamo, curatore di mostre di arte contemporanea all'Oratorio di San Lupo, ospite al Museo Diocesano Tridentino mercoledì 12 ottobre in occasione della presentazione de "I Musei ecclesiastici di fronte alla sfida del contemporaneo". Nel volume, curato da Domenica Primerano, direttrice del Diocesano di Trento e presidentessa dell'Associazione Musei Ecclesiastici Italiani (AMEI), sono confluiti gli atti del X Convegno AMEI (Palermo-Monreale, 5-7 novembre 2015) dedicato proprio al rapporto tra musei ecclesiastici e arte contemporanea, riflessione già avviata dal Tridentino con l'esposizione della Via Crucis di Othmar Winkler. La scarsa partecipazione della cittadinanza alla discussione è stata essa stessa indice di quanto sia difficoltoso avvicinare a tematiche di cui, come ha sottolineato Zanchi, bisogna tuttavia occuparsi poiché "non è un'opzione, ma nostro compito e dovere: la funzione dei musei diocesani è infatti promuovere l'approfondimento e il dialogo con altre esperienze, in modo da informarsi e formarsi ai linguaggi e alle forme estetiche del presente, evitando così di esprimere giudizi affrettati e sarcastici".

"I musei ecclesiastici non hanno solo funzione conservativa – gli ha fatto eco Primerano -, devono aprirsi al presente e occorre fornire strumenti che permettano di familiarizzare con il contemporaneo (l'11 e 12 novembre si terrà un corso di formazione a Milano; per info: www.amei.biz; ndr)".

Il volume raccoglie contributi su "I musei ecclesiastici in dialogo con il proprio tempo", "Esperienze italiane a confronto", "Uno sguardo alla Sicilia", "Il contemporaneo nei musei di arte sacra oltre confine" e due Appendici e, come si legge nella presentazione, si tratta di "avviare un dialogo costante con gli artisti, sperimentando con loro nuove forme di collaborazione, contribuendo a rafforzare nei committenti la consapevolezza di quanto sia sterile attardarsi in una produzione artistica che ripete stancamente formule legate al passato".

Quello registrato tra fede cristiana e mondo dell'arte contemporanea è un distacco evidente le cui ragioni affondano in un disagio ben più ampio: "L'uomo da sempre simbolizza la propria esperienza attraverso forme espressive che cambiano a seconda dell'epoca storica, della cultura e della religione del tempo e il dato di fatto – ha commentato Zanchi – è che la cultura cristiana è a disagio con quella contemporanea in generale, con effetti schizofrenici". Se, infatti, nessuno compra più una cucina o mobili di cinquanta anni fa, essendo ormai superato quel gusto estetico, per quanto riguarda il modo di vivere la fede, la maggior parte dei credenti, invece, quando entra in chiesa cerca simboli – immagini del S. Cuore e statue di santi – di un mondo che però è inattuale, lontano dalla sensibilità del nostro tempo". Si tratta di una frattura discendente da un deficit culturale di base: "La vita cristiana fa fatica a stare al passo con una cultura come la nostra che progetta di andare su Marte e fabbrica bambini in provetta e non vi è consapevolezza che l'arte, a partire dagli anni ˈ60 del Novecento, è comprensibile solo all'interno di paradigmi quali il mercato, la cultura del consumo e dell'immagine".

Come scrive Papa Francesco nell'Evangellii Gaudium, "bisogna avere il coraggio di trovare i nuovi segni e i nuovi simboli, una nuova carne per la trasmissione della Parola, ovvero le diverse forme di bellezza che si manifestano in vari ambiti culturali, anche non convenzionali".

La sfida è dunque quella di essere figli del proprio tempo e guardare alle espressioni artistiche che ne sono lo specchio più fedele senza pregiudizi, riuscendo a dare spazio ad artisti contemporanei che abbiano raggiunto altezze poetiche significative, tali da consentire l'incontro effettivo tra l'arte e le esigenze della vita cristiana.

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