Continueranno le campagne di scavo archeologico al Monte San Martino, nel Lomaso, che da una decina d'anni vedono all'opera gli archeologi trentini accanto agli studenti universitari della Bayerische Akademie der Wissenschaften di Monaco. La Provincia va infatti a rifinanziare gli scavi archeologici sul monte San Martino nel Lomaso, la “Machu Picchu” trentina, per il triennio 2015-2017. E' quanto ottenuto da un ordine del giorno approvato dal consiglio provinciale di Trento su proposta dei consiglieri UPT Mario Tonina, Pietro De Godenz e Gianpiero Passamani. “Quanto riportato alla luce sul monte San Martino è frutto di un difficile e complesso impegno di lavoro e di relazioni anche a livello internazionale, grazie alla collaborazione e partecipazione di enti stranieri, in particolare tedeschi. Un esito straordinario per la partecipazione di giovani ricercatori, per la restituzione dell'area, per l'incremento del patrimonio culturale, per i riconoscimenti scientifici del sito!”. Nel biennio 2014-2015 i lavori sul sito sono proseguiti grazie al 43 % dell’impegno economico totale da parte della Provincia, coperto per il rimanente 57 % dai tedeschi e del Comune di Comano Terme.
Commenta soddisfatto il direttore degli scavi archeologici Enrico Cavada, che più si è speso per valorizzare e far conoscere l'area di San Martino: “Ora è il momento di pensare a un'iniziativa espositiva, da realizzare a fine progetto, una location di pregio.” Nelle passate stagioni sono stati riportati in luce ampi tratti delle mura costruite attorno alla sommità e documentati diversi edifici: ora si tratta di completare la fase di scavo, utilizzando in sede di rinnovo degli accordi tecnico-finanziari le collaborazioni già in essere.
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