La quarta stagione di Mare Fuori è già su RaiPlay, mentre la serie va in onda dal 14 febbraio ogni mercoledì alle 21 su Rai2. È un fenomeno che va oltre la tv e chi si occupa di comunicazione o da genitore non vuole ignorare di cosa si nutrano i suoi figli, non può non conoscerla. Contemporaneamente è anche un musical teatrale, un film cinema in gestazione e un indotto su tutti i social.
L’entità del gradimento è enorme: la terza stagione ha capitalizzato 135 milioni di visualizzazioni e l’intera offerta delle prime tre stagioni ne conta 225 milioni. Il 1° febbraio, da mezzanotte alle 2 del mattino, più di un milione di adolescenti sono rimasti in piedi per vedere i primi sei episodi in anteprima su piattaforma (1,1 milione di visualizzazioni, oltre 422 mila ore di tempo speso, +82% rispetto alla stagione precedente).
Una serie dalla forte tensione morale, dove tutti i personaggi riconoscono cosa sia bene e cosa sia male. Quando delinquono, è il colpevole che per primo subisce il male agito e noi non siamo mai spinti a giustificarlo.
La serie (è stata realizzata nel tempo record di un anno e precede le stagioni quinta e sesta già commissionate da RaiFiction) induce lo spettatore a partecipare alla vita collettiva dell’Istituto di pena minorile. Gli archi di trasformazione sorreggono i protagonisti anche grazie a flashback che focalizzano le cause dei loro comportamenti.
Gli autori – Cristiana Farina e Maurizio Careddu – e il regista Ivan Silvestrini non rappresentano una realtà in balia di un destino imponderabile, né in una giustificazione dei crimini commessi come conseguenza ineluttabile di sofferenze vissute, o violenze subite. Al centro di ogni evento è posto il dramma della libertà, il dilemma della coscienza. I nostri si confrontano con situazioni di gravità estrema, ma, anche quando la pressione pare soverchiarli, le dinamiche relazionali da parte degli educatori, aprono spiragli di riscatto e rinascita.
Gli adulti dell’IPM spronano quelli che trattano come figli, affinché, pur partendo da condizioni di svantaggio, maturino una consapevolezza che li renda sempre più uomini responsabili.
Se alcune scene erotiche sono troppo insistite, in compenso, ogni episodio si presta ad approfondimenti preziosi. La scelta del bene, infatti, è una via che interpella le volontà individuali. I personaggi vengono proposti nella loro dignità, qualunque sia la storia pregressa. Le responsabilità educative della famiglia sono messe in campo con chiarezza e, al contempo, sono stigmatizzate le attrattive del denaro e del potere. Chi guarda è indotto ad un discernimento sulla sua capacità di amare ed essere amato e sulle implicazioni connesse con la sessualità, l’identità di genere e l’orientamento sessuale, nonché il desiderio di paternità e maternità. Infine, Mare Fuori non si sottrae al confronto – espresso da figure laiche, come molto di rado accade in tv – con la dimensione trascendente (in specie la fede cristiana).
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