“Nell’orto sotto casa ho due ciliegi, uno molto vecchio ma produttivo. Lo scorso anno a causa della drosofila non ho assaggiato alcun frutto, nonostante abbia eseguito i trattamenti consigliati. Chiedo se continuare a curare le mie piante o se sarò costretto a tagliarle?”.
Alberto (Trento)
Se in passato la mosca della ciliegia (Ragholetis cerasi) era la principale avversità del ciliegio oggi il suo posto è stato preso dalla drosofila o moscerino dagli occhi rossi. Complice l’ingresso accidentale di specie aliene invasive dovuto ai traffici del commercio mondiale.
La Drosophila suzukii è altamente polifaga. Molte le piante ospiti. Più colpiti sono il ciliegio e i piccoli frutti (lampone, fragola, mirtillo). Questo moscerino non disdice nemmeno kiwi, cachi, fichi e uva. Lo svernamento avviene come mosca adulta in luoghi protetti. L’adulto misura tre millimetri di lunghezza, ha grandi occhi rossi e il corpo color bruno-miele. Il maschio presenta due macchie nere sul bordo delle ali, mentre la femmina è dotata di un robusto ovopositore seghettato, che le permette di incidere la buccia dei frutti in via di maturazione e di inserire l’uovo direttamente nella polpa. Ogni femmina depone fino a 300 uova nell’arco della sua vita (2-3 per frutto). I frutti colpiti presentano inizialmente un’area depressa e molle; che poi va incontro al disfacimento a causa dell’attività di nutrizione delle larve al loro interno. Gli adulti sono molto mobili e l’insetto compie il ciclo in soli 8-13 giorni. La riproduzione è molto rapida. Oggi la biologia dell’insetto è all’attenzione degli Istituti di ricerca.
Il controllo degli sfarfallamenti si effettua esponendo trappole cromotropiche di colore rosso (reperibili in commercio) innescate con attrattivi alimentari. La lotta diretta mira a interventi con gli insetticidi disponibili (Piretroidi, Spinosad, ecc.). Nella lotta biologica e per le coltivazioni intensive un buon risultato sta dando il lancio di insetti antagonisti (Ganaspis brasiliensis). Per piante isolate è utile rimuovere e distruggere in modo appropriato (schiacciare, compostare, aspirare) i frutti infestati, sia quelli caduti sul terreno sia quelli rimasti sulla pianta.
In ogni caso la lotta chimica all’insetto deve colpire gli adulti prima che avvenga la deposizione delle uova nel frutto (invaiatura).
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