C’erano anche 25 religiosi e religiose operanti in Diocesi di Trento tra i circa 750 partecipanti al Convegno della Vita Consacrata del Triveneto, sabato 21 ottobre presso l’Istituto san Marco dei Salesiani, a Mestre. Il tema, promosso dal gruppo dei religiosi/e in formazione del Triveneto dopo l’importante evento vissuto nel 2015 a Roma in occasione dell’Anno della Vita Consacrata, ha preso spunto dal racconto evangelico nel quale Pietro e Giovanni “correvano insieme” verso il sepolcro vuoto, la mattina di Pasqua. Questo movimento comune dei due apostoli, di età diversa ma disposti a rispettarsi ed aspettarsi, ha portato a riflettere sulla “comunione tra generazioni”, nello specifico della vita fraterna che caratterizza la Vita Consacrata.
L’invitato d’eccezione è stato il cardinale João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, che in semplicità e libertà ha dato ai partecipanti alcuni spunti importanti su cui riflettere. Dopo aver richiamato il nesso tra l’Anno della Vita Consacrata e l’Anno della Misericordia, Braz de Aviz ha sottolineato come gli insegnamenti scaturiti da questi grandi momenti di Chiesa debbano essere, assieme ai riferimenti conciliari, luci imprescindibili per il cammino dei consacrati. Seguendo l’immagine del “vino nuovo in otri nuovi”, che dà anche il titolo agli ultimi “Orientamenti” offerti dalla Congregazione Romana ai Consacrati all’inizio di quest’anno, il Cardinale Prefetto ha messo l’accento su alcuni ambiti prioritari, da rivedere e rinnovare. La prima sfida di oggi è quella della formazione, che è prima di tutto una formazione al discepolato, che si lascia provocare dal dinamismo dello Spirito, ed è comunitaria, perché nasce dalla fraternità e ad essa conduce. La seconda sfida è quella dell’autorità e obbedienza: non si può comandare e obbedire se non partendo dal nostro essere fratello e sorella, nell’ascolto reciproco, nell’amore che unisce e che ha fiducia nell’altro anche quando non ne capisce le ragioni. Il terzo ambito è quello del maschile/femminile, che invita a superare le paure, spesso motivate dalla non conoscenza dell’altro/a, per aiutare a completarsi, a stimarsi, a collaborare, a portare avanti, insieme, l’annuncio del Vangelo. Infine la gestione dei beni, a cui il papa sta richiamando con forza la vita consacrata, perché sappia essere sempre più libera e trasparente. Il clima di festa e di gioioso incontro tra tanti consacrati e consacrate, di tutte le età e di moltissime Congregazioni, ha accompagnato ogni momento della giornata, mettendo in una prospettiva di speranza le difficoltà che si stanno vivendo in questi ambiti. Anche per i consacrati “trentini” la giornata è diventata un impegno e un mandato per riflettere sulle sfide che il presente offre e costruire percorsi verso il futuro, per “correre insieme” verso il Risorto.
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