Sono stati sette giorni molto intensi di fatica, ma anche di unione e contemplazione della natura. Quello che maggiormente mi ha colpito è stato il condividere la fatica nel camminare insieme durante la giornata.
Seguire i sentieri di San Francesco e dei suoi primi ha significato per ognuno di noi essere disponibili a ripercorrere anche il nostro personale itinerario spirituale e umano, mettendoci come loro alla ricerca di Colui che solo può svelare il senso profondo che sta dietro ogni cosa, grande o piccola che sia.
Significa farsi pellegrini nel cuore oltre che con le gambe e lasciarsi condurre su vie sconosciute.
Essere pellegrino vuol dire anche saper affrontare con coraggio la fatica delle nostre insicurezze e paure.
Mettersi sulla via di San Francesco ha richiesto inoltre di aprirci agli altri che abbiamo incontrano lungo la strada o che con noi hanno percorrono gli stessi sentieri, accogliendo il loro essere a volte così diverso e distante dai modi di pensare e di agire a cui siamo abituati, perché tutti siamo viandanti, pellegrini e tutti abbiamo bisogno di qualcuno che cammini accanto a noi. Sono certo che in questo nostro pellegrinaggio lo abbiamo sperimentato.
p. Mauro Marasca
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