Auguri di buon lavoro, dalla radio diocesana, don Ivan!
Grazie degli auguri, che servono sempre. E' una sfida, che per qualche anno ancora mi allontana dalla diocesi – e questo unico aspetto che mi pesa un po' – ma anche un'opportunità in un tempo in cui la Chiesa italiana investe molto nella comunicazione.
In questa fase di risorse economiche ridotte s'impongono scelte. La priorità?
Un'attenzione concreta al territorio. L'ho avvertito già stamattina in vari vescovi che mi hanno cercato per segnalare iniziative o richieste. Accanto a servizi di maggior visibilità – come i rapporti con i giornalisti e i media – il nostro ufficio vorrebbe essere di supporto a chi opera sul territorio. E' il compito primo della CEI.
Anche sostegno economico?
Le promesse a buon mercato non servono, ma vorrei lavorare anche nel sostegno concreto: non tanto fondi erogati a pioggia, ma impegno a sposare determinati progetti nella fase di lancio. Spero di poter dare questa disponibilità.
Rimane la prospettiva di sostenere le testate cattoliche nazionali nei vari media?
Senz'altro: è un unicum in Italia che lo stesso editore abbia a disposizione tutti i media. Il tentativo è quello di un'effettiva sinergia, una collaborazione più stretta.
Grazie a Papa Francesco, la Chiesa sta recuperando un'immagine nuova.
E' stato significativo l'ultimo incontro del Papa qui in Cei; dopo un breve discorso egli si è fermato con disponibilità e pazienza a dialogare con i vescovi dimostrando grande attenzione a quello che vivono. Dalla gente il Papa è riconosciuto per il suo linguaggio, anche la Chiesa italiana sente necessità di sintonizzarsi su questa metodologia.
Anche lei sarà sottosegretario CEI?
No, sono cose diverse. A me è stato affidato ruolo di direttore, e penso che basti per portare avanti il rapporto col territorio in una dimensione reale, concreta. Accumulare ruoli sarebbe un limite alla qualità del servizio.
In questo nuovo incarico ci sarà spazio per Sant'Antonio di Mavignola, dove lei è tornato ogni fine settimana…
Il desiderio c'è, perché è vitale tenere il rapporto pastorale.
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