Caldonazzo vota domenica il nuovo sindaco: è sfida a tre. Le nostre domande ai candidati

Da sinistra Stefano Riccamboni (Vivere Caldonazzo), Carlo Stefenelli (Insieme cambiamo passo e Caldonazzo nel cuore) e Giampaolo Antoniolli (Uniti per Caldonazzo Brenta Lochere)

Caldonazzo torna alle urne dopo poco più di tre mesi di commissariamento seguito alla crisi politica innescata dalla provincializzazione della scuola dell’infanzia “Maria Bambina”. A contendersi il titolo di primo cittadino sono Stefano Riccamboni, ex direttore generale di Trentino Riscossioni, con la lista “Vivere Caldonazzo”; Carlo Stefenelli, cardiologo, già sindaco di Levico Terme e assessore a Trento, con le liste “Insieme cambiamo passo” e “Caldonazzo nel cuore”; e Giampaolo Antoniolli, agricoltore ed ex assessore all’agricoltura di Caldonazzo, con “Uniti per Caldonazzo Brenta Lochere”.

Sono 3.816 i cittadini chiamati alle urne domenica 10 novembre dalle 7 alle 21.

Quali sono le tre priorità per il paese?

R.: La prima in assoluto è quella di portare un processo di pacificazione, perché in questi anni ho potuto constatare un clima piuttosto pesante e poco sereno in paese. Lo faremo dando maggiore attenzione alle associazioni e al volontariato, vero cuore pulsante della comunità, e al dialogo costante tra i cittadini e chi li amministra. La seconda priorità riguarda la sicurezza stradale e il decoro del paese. Penso per esempio alla pavimentazione, ai marciapiedi che in tante strade mancano e ad attraversamenti pedonali obiettivamente pericolosi. La terza priorità è quella di cercare di migliorare l’efficienza della macchina amministrativa, anche attraverso la riorganizzazione delle gestioni associate, che scadono nel 2026.

S.: C’è un tema enorme che è quello della viabilità in senso ampio, dalla via principale che è fatta di cubetti che si sono deteriorati ai provvedimenti per rendere più vivibile il centro: oggi via Roma è una strada morta e dobbiamo trovare un sistema per rivitalizzarla. Anche la sicurezza dei pedoni, con gran parte del paese, a cominciare da viale della Stazione, che non ha marciapiedi che proteggono i pedoni, è uno dei punti più importanti in ambito viabilistico. Se pensiamo al sociale, invece, abbiamo circa 25 immobili di proprietà del Comune che sono in gran parte inutilizzati o sottoutilizzati, come la ex scuola delle Lochere: bisognerebbe trovare un modo di utilizzarli a fini pubblici, creando per esempio sedi per le associazioni.

A.: La prima sono le manutenzioni. Dobbiamo restituire un paese bello da vedere e da vivere ai turisti, che ci sono soprattutto in estate, e ai cittadini, e soprattutto far rientrare le pericolosità legate a un paese non curato. Poi c’è la vicinanza ai cittadini da parte di tutti gli uffici comunali e del Comune: pensiamo sia fondamentale, perché un cittadino che riesce ad interfacciarsi bene con l’amministrazione è un cittadino felice che si spende per il proprio territorio.

Un’opera pubblica di particolare importanza rispetto alle altre?

R.: L’adeguamento alla normativa antisismica della scuola elementare di Caldonazzo. Sono già stati stanziati dei contributi da parte della Provincia. Si tratta di far partire l’opera.

S.: Le scuole dovranno subire dei lavori per l’adeguamento antisismico, che dureranno anni. Dobbiamo studiare una soluzione per non mettere studenti e docenti in una situazione critica.

A.: La rotatoria in fondo a via Roma, un progetto in realtà provinciale, e la pavimentazione del centro storico, che è legata alla revisione del Pgtis, già in atto presso la Comunità di Valle. Ma anche riuscire a tirare fuori dal centro il traffico dovuto al trasporto extraurbano tramite una rotatoria.

Ritirerete il ricorso al Consiglio di Stato contro la provincializzazione della scuola materna?

R.: Sì. Siamo sempre stati contrari ai ricorsi, a partire dal primo, che è stato fatto al Tar. Lo vediamo come un atto di arroganza del Comune nei confronti dei cittadini. Il primo punto del nostro programma è proprio quello di ritirare il ricorso per dare dignità alla scelta popolare che è stata fatta a suo tempo.

S.: Non si può non tener conto di un pronunciamento così netto dei genitori sulla volontà di provincializzare la scuola materna. Evidentemente ne terremo conto. Però nel ritirare il ricorso mi sembra giusto andare a vedere se effettivamente ci saranno maggiori oneri finanziari in capo al Comune e quale sarà l’entità di questi oneri. Questo anche per confrontarci con la Provincia e per fare presente che, se arriveranno ulteriori spese, dovrà darci una mano.

A.: Sì. Abbiamo sostenuto il primo ricorso al Tar con l’unico obiettivo di avere la certezza che tutto fosse stato fatto secondo l’iter corretto, perché non ci fossero disguidi successivi che andassero a influire sul servizio. Però abbiamo detto fin da subito “no” al ricorso in secondo grado: abbiamo suggerito che piuttosto sarebbe stato meglio sedersi ad un tavolo con la Provincia e valutare le criticità nella gestione provinciale della scuola, perché non nego che alcune incombenze siano a carico del Comune.

Una veduta di Caldonazzo

Favorevoli o contrari alla Valdastico? E al tunnel di Tenna?

R.: Assolutamente contrari alla Valdastico, perché riteniamo che sia un’opera incoerente con la mobilità moderna e perché molti studi evidenziano che non risolverebbe il problema del traffico, ma che lo sposterebbe soltanto. Per quanto riguarda il tunnel di Tenna, dalle poche carte che abbiamo avuto la possibilità di vedere siamo sicuramente contrari al progetto così come è stato proposto. Con aggiustamenti se ne può riparlare. Uno dei nostri obiettivi è iniziare fin da subito a partecipare al tavolo di lavoro.

S.: L’unico progetto approvato sulla A31 in questo momento è quello della Giunta provinciale di Ugo Rossi, che prevederebbe l’uscita in località Lochere, con una devastazione totale dell’ambiente e non risolvendo – ma aggravando – i problemi. Faremo un’opposizione spietata a questo progetto. Per quanto riguarda il tunnel di Tenna, credo che debba servire soprattutto a liberare la sponda est del lago di Caldonazzo, restituendola all’agricoltura, a un turismo leggero, a ciclabili e a passeggiate. Invece mi pare che il progetto previsto proponga una galleria a due corsie, non quattro, sotto il colle, lasciando peraltro l’attuale statale con due corsie a senso unico. Su questo sono perplesso. Se il tunnel di Tenna non creasse problemi idrogeologici e dovesse consentire la liberazione della sponda est del lago, però, lo vedrei favorevolmente.

A.: No alla Valdastico. Per quanto riguarda il tunnel di Tenna, non ci sentiamo di sbilanciarci in merito perché da luglio non abbiamo più potuto interfacciarci con gli uffici comunali e provinciali. Pensiamo però che sgravare il traffico della Valsugana sia un argomento di fondamentale importanza. Deve essere fatto però in modo attento, magari spendendo di più e impiegandoci più tempo, però nella totale e completa salvaguardia del lago e nella sua riqualifica nella parte est.

Come vedete Caldonazzo tra sei anni?

R.: Come un paese più vivo, più unito, più sicuro e più moderno, e quindi più attrattivo per i nostri giovani e per i turisti, ma anche più partecipato attraverso un rapporto più stretto e amichevole tra cittadini e pubblica amministrazione.

S.: Voglio mettere a disposizione la mia esperienza amministrativa per far crescere una classe dirigente e anche per tracciare la strada a quello che sarà il futuro sindaco tra sei anni, che dovrebbe essere il mio vicesindaco.

A.: Vorremmo che fosse un paese rinnovato nella viabilità e un paese decoroso, pronto ad affrontare progetti futuri importanti.

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