“La qualità della vita non si misura solo con il denaro, il prodotto interno lordo o attraverso un codice fiscale. In questa Visita non ha altro obiettivo se non dirvi che abbiamo un Vangelo di forza e di luce e un Dio che ci dice: vivi di gratuità e sarai felice, vai in avanscoperta con il gratuito e conoscerai la gioia del vivere”. È un annuncio carico di speranza quello che l’arcivescovo Lauro Tisi proclama dal santuario della Madonna dell’Aiuto di Segonzano, scelto per la S. Messa d’inizio della sua prima Visita pastorale alla Diocesi. Da uno due punti più estremi della Zona pastorale di Mezzolombardo che inaugura ufficialmente il cammino dell’Arcivescovo, il saluto unitario di un territorio che comprende Piana Rotaliana, Altopiano della Paganella, Lavis e Val di Cembra arriva da una mamma, Anna Paolazzi di Faver, in rappresentanza del Consiglio pastorale di Zona.
“Facciamo esperienza – dice Anna – di una Chiesa non più ‘mia’ ma ‘nostra’. La Visita sarà un’occasione di crescita e confronto per ciascuna delle nostre comunità; è bello sentirsi cercati dal pastore della nostra Chiesa che ci fa sentire non numeri ma persone, volti e storie di parrocchie diverse ma chiamate a camminare assieme. La Visita sia l’occasione per mettere in luce il bello di ciascuno e mostrare senza timore le fatiche del periodo, certi che lo Spirito Santo saprà guidare lei e anche noi nei giorni a venire”.
Dal vicario di Zona don Giulio Viviani, parroco di Mezzocorona e Roveré della Luna, la citazione dell’Apocalisse laddove il testo definisce i vescovi “angeli” e “stelle”. “Da questo santuario mariano vogliamo riconoscere in te, don Lauro, un angelo inviato dal Signore e una stella che indica il cammino”, per arrivare a “riconoscersi fratelli e sorelle capaci di formare quelle nuove comunità magari meno numerose ma certamente più aperte e accoglienti nel cuore e nella mentalità”. Parole suggellate dal dono, a ciascuno dei componenti del Consiglio di Zona, di una candela simbolo della luce dello Spirito Santo.
Il clima di unità che si respira nel santuario mariano trova sintesi nell’armonia dal coro Piramidi di Segonzano che anima la liturgia. Nell’omelia l’Arcivescovo commenta il Vangelo del giovane ricco desideroso di incontrare Gesù ma incapace di abbandonare i suoi averi. “Il denaro cancella i volti. Ed egli è icona – sottolinea – del nostro sistema dove conta solo il prodotto interno lordo e siamo considerati un codice fiscale. In verità siamo divorati dall’infelicità e dalla solitudine, ma abitati da una grandissima domanda di senso e di significato. Stiamo cercando le ragioni del vivere e se hai il pane e non le ragioni per vivere anche il pane non ti sazia”.
“Gesù ci dice: la felicità passa dalla relazione. Egli invita il giovane a far sua l’ipotesi di relazioni che abbiano l’ingrediente della gratuità, l’unica che può dare la felicità”. E conclude don Lauro: “In questa Visita non ho altro obiettivo che farvi salire sul monte della Pasqua, dove il Figlio di Dio ha resistito alla lusinga del potere, dell’avere e del mostrare sé stesso con la via della forza per sposare la forza delle forze che è la gratuità che arriva perfino ad abbracciare il nemico e a morire per lui”.
La Messa inaugurale di Segonzano – con l’accorato grazie finale del parroco della val di Cembra don Bruno Tomasi – è stata preceduta nei giorni scorsi dagli incontri con ammalati e anziani ad Andalo e Molveno, i frati a Mezzolombardo e tutti i preti della Zona dove la Visita ora proseguirà con un fitto calendario di appuntamenti sino a fine febbraio.
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