Al MUSE torna “Teatro Antropocene”, tre spettacoli tra uomo e natura

Diventa uno speciale palcoscenico il MUSE di Trento, dal 24 al 26 settembre, quando prenderà vita la nuova edizione di “Teatro Antropocene”, rassegna che riflette sul rapporto tra umanità e natura e sugli effetti dell’interazione umana con gli altri elementi del Pianeta. In calendario tre performance (a ingresso gratuito con prenotazione su muse.it) per indagare le tematiche urgenti della contemporaneità attraverso letture, teatro e danza.

Il primo spettacolo, in programma martedì 24 settembre alle 20.30 nel giardino MUSE (in museo in caso di maltempo), è “Frankenstein reading session”, una produzione di Office for a Human Theatre (OHT), con Filippo Andreatta. L’incontro tra Frankenstein e la sua creatura, cuore del romanzo di Mary Shelley, dà vita a pagine ricche di pathos: sul Monte Bianco, davanti a un piccolo fuoco, la creatura si espone, prende parola e racconta del lungo apprendimento del linguaggio, del mondo, di se stesso.

Mercoledì 25 settembre alle 20.30, in sala conferenze, andrà in scena “Strada maestra”, spettacolo teatrale di e con Laura Nardinocchi Niccolò Matcovich, prodotto da Florian Metateatro. “Strada maestra” è il racconto del progetto di ricerca “Terramadre”, grazie al quale l’attrice/autrice e l’attore/autore hanno esplorato diversi territori e incontrato molteplici umanità che vivono e lavorano a stretto contatto con la natura. Un viaggio che ha un unico obiettivo: osservare il mondo da una prospettiva oggettiva, senza l’io e senza giudizio.

Infine, giovedì 26 settembre alle 20.30, nel Big Void, il museo accoglierà “La notte è il mio giorno preferito”, spettacolo di danza di e con Annamaria Ajmone, prodotto da Oriente Occidente. “La notte è il mio giorno preferito” è una riflessione sul rapporto con l’Altro attraverso una meditazione sugli animali e sugli ecosistemi in cui vivono. L’animale e il vegetale, l’organico e l’inorganico si fondono nello spazio oscuro della foresta notturna. Una foresta né vergine né idealizzata, ma tecno-naturale, che include e trasforma i segni lasciati dai propri abitanti.

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