È morto il dehoniano Angelo Cavagna, padre dell’obiezione di coscienza

Si terranno martedì 30 aprile alle 11 a Bolognano, nella comunità dei sacerdoti del Sacro Cuore, i funerali di don Angelo Cavagna, sacerdote dehoniano scomparso a 94 anni domenica scorsa.

E’ stato uno dei padri dell’obiezione di coscienza al servizio militare in Italia, negli anni Settanta. La sua storia di fede si è imbevuta di impegno sociale: prete operaio, è stato un esponente di spicco della nonviolenza, fino a fondare nel 1977 il Gruppo autonomo di volontariato civile in Italia (Gavci) come alternativa al servizi militare.

Un’altra sua creatura è l’organizzazione non governativa Cefa – Il seme della solidarietà, fondata 50 anni fa insieme allo scomparso Giovanni Bersani per combattere fame e povertà nel mondo attraverso l’autosufficienza alimentare e il rispetto dei diritti umani fondamentali.

Questo il ricordo di Marco Benassi, direttore del CEFA dal 1984 al 2012.

Di Padre Angelo mi colpì da subito la grande umanità, apertura, accoglienza e generosità, uomo di relazione e di grande fermezza sui valori e sui principi, con un grande senso di corresponsabilità davanti alle mancanze di dignità del mondo, qui da noi e verso i lontani. Uno dei padri fondatori in Italia del movimento per l’Obiezione di coscienza al servizio militare, dove i primi anni non sono stati certo facili per le scelte che richiedeva, da subito portò questi suoi ideali di pace all’interno del GAVCI e del CEFA. Questi valori, la pace e la non violenza, hanno contribuito a permeare e completare l’identità del CEFA. Oltre dieci anni fa il CEFA non esitò a percorrere la strada del Servizio Civile Universale (legge figlia di quella sull’obiezione di coscienza) che offre oggi a tanti giovani un’opportunità e un motivo di riflessione che nel tempo si era un po’ assopito nel mondo della cooperazione internazionale e per il quale Padre Angelo si era sempre battuto con forte e coraggiosa determinazione. Era solito richiamarci a quella che lui indicava come “doppia responsabilità”, “la cartina di tornasole del nostro impegno”: da un lato il percorso dei progetti di sviluppo con le comunità di diversi Paesi in Africa e dall’altro l’impegno qui sul territorio, per diffondere i principi della pace e di uno sviluppo sostenibile come facce della stessa medaglia, condizioni di possibilità l’una dell’altro.

Mi ha sempre colpito, nel tempo, questo singolare binomio: Padre Angelo e Giovanni Bersani, persone profondamente diverse ma accomunate dalla capacità di cogliere un bene di cui pochi sono stati capaci e costruire un percorso che ha in questi 50 anni generato processi profondi nelle persone. Questo pensiero ancora mi emoziona profondamente e sono  grato a chi me lo ispira. Sono stati uomini di profonda spiritualità e di fede concreta, ognuno con i propri limiti, ma persone di bene, capaci di coniugare l’altezza degli ideali con il realismo della Storia.

Mi piace terminare con l’augurio, quasi una acclamazione, che Padre Angelo con il suo vocione sonoro esclamava quando ci incontrava “Buongiorno per tutto il giorno!”.

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