Cominceranno mercoledì 14 febbraio le operazioni di disgaggio e demolizione delle rocce instabili che sovrastano la Ss350 di Folgaria e Valdastico, così da consentire la successiva messa in sicurezza, sistemazione e quindi riapertura della sede stradale.
Un’arteria che è al momento chiusa in località Busatti per la nuova frana avvenuta nella notte fra domenica 11 e lunedì 12 febbraio, dopo l’episodio del 4 novembre che aveva reso necessario un primo intervento di messa in sicurezza. “Occorre demolire un masso di circa 380 metri cubi e poi intervenire nella zona interessata, un’attività che richiederà circa una decina di giorni – così il presidente della Provincia Maurizio Fugatti nel sopralluogo compiuto oggi sul posto -. Fatto questo primo passo, potremo capire meglio i tempi che serviranno per mettere in sicurezza il versante, riutilizzando o meno – questo lo accerteranno gli approfondimenti tecnici – parte dei lavori effettuati per le barriere di protezione realizzate per la frana precedente e che sono state danneggiate dal nuovo crollo. Le strutture tecniche della Provincia e le imprese coinvolte sono impegnate per la riapertura il prima possibile, considerando però le necessarie esigenze di sicurezza e naturalmente tenendo presente l’importanza che questo collegamento ha per gli Altipiani cimbri, specie con la stagione invernale ancora in corso”.
Secondo quanto accertato dalle verifiche geologiche proseguite anche oggi con i droni, a cadere sono stati poco meno di 100 metri cubi di roccia, in una zona a monte rispetto al primo crollo. Una massa minore (a novembre erano caduti 300 metri cubi), come si vede anche dai minori danni alla strada prodotti, ma che cadendo ha divelto la nuova barriera installata a protezione della strada. Una barriera altamente performante, certificata per 5.000 kilojoule, uno dei massimi livelli di protezione disponibili, ma che di fronte alla grandezza dei massi e all’energia liberata in un punto preciso non è stata in grado di reggere.
Secondo le prime valutazioni, l’intervento richiederà almeno un mese di lavori. Per una riapertura prevista indicativamente per la seconda metà di marzo, con una finestra temporale di alcune settimane che dipende dalla possibilità come detto di riutilizzare o meno le fondazioni della barriera protettiva danneggiata.
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