Dopo la grande frana avvenuta sabato scorso, 16 dicembre, sulla Gardesana occidentale, tra Limone e Tignale, con migliaia di metri cubi di roccia crollati fragorosamente nel lago, si alimentano le critiche delle associazioni ambientaliste impegnate nella tutela del territorio rispetto al progetto della Ciclovia del Garda, l’impatto dell’infrastruttura, costituita da elementi a sbalzo sulle pareti rocciose, e l’alto rischio idrogeologico esistente nella Gardesana occidentale.
“La dimensione dell’evento ha sorpreso tutti, tanto più che quel versante è stato analizzato e monitorato da geologi e da tecnici del settore proprio in questo ultimo periodo, nelle fasi propedeutiche alla progettazione della ciclovia e nemmeno loro hanno mai rilevato la possibilità di tale evento. Questa frana si è staccata in un tranquillo giorno di sole invernale, non a ridosso di piogge e nemmeno di fenomeni di gelo-disgelo. In un giorno in cui la ciclabile, nel malaugurato caso fosse già stata realizzata, non sarebbe stata chiusa per maltempo”, commenta la sezione trentina dell’associazione Italia Nostra: “Ora ci chiediamo, e chiediamo soprattutto a Fugatti e agli amministratori che fino ad ora hanno ostinatamente fatto proseguire la progettazione esecutiva e l’appalto dei primi tratti: che fine avrebbero fatto i ciclisti e i pedoni lì sotto? L’orribile tettoia della pensilina del progetto PAT è calcolata per resistere ad un impatto di 1 mc di roccia, ma di metri cubi ne possono crollare parecchi di più. Fermatevi finché siete in tempo!“.
Della stessa opinione anche il Comitato Mobilità Sostenibile Trentino (CMST), che lancia un appello agli amministratori e ai tecnici impegnati nella progettazione e realizzazione della Ciclovia, per tenere in debito conto l’alto rischio idrogeologico. “L’imponente frana che si è abbattuta recentemente sul lago di Garda, ha dimostrato ancora una volta la pericolosità della compagine rocciosa della Gardesana Occidentale. Pertanto il CMST invita caldamente la PAT, capofila nella realizzazione, a recedere da tali ipotesi progettuali e prevedere un efficiente servizio lacuale con il traghettamento dei ciclisti nelle tratte più pericolose della Gardesana Orientale e Occidentale”. Secondo il CMST, è 2inoltre importante procedere ad una completa e corretta pianificazione della mobilità sostenibile e coerente con gli strumenti pianificatori adottati dalle Regioni Veneto e Lombardia e il Piano Provinciale della Mobilità o il Piano Stralcio dell’Alto Garda e Ledro e della Vallagarina previsti dalla lp 6/2017, attualmente non approvati”.
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