Ma sei connesso…? é la domanda con cui i giovani (e non solo) si richiamano un’attenzione vera. Va ben oltre il collegamento tecnologico (quante volte ci siamo chiesti “sei connesso?” durante la pandemia) per reclamare l’esigenza di un rapporto stabile e profondo, una sintonia di valori, quasi una reciproca appartenenza. È questa la connessione che Vita Trentina vuole garantire e rinforzare nei suoi lettori. Vogliamo illustrarvi i motivi per i quali il nostro giovane staff del marketing ha lanciato questo slogan per la campagna abbonamenti 2024: “Connessi su strade sconnesse”.
Rimanere collegati – ed un giornale come Vita Trentina lo assicura ogni settimana con l’arrivo nelle vostre case e in edicola – rappresenta già un punto di forza in una convivenza oggi più individualista e dispersiva, che anche i sociologi della religione descrivono di frammentazione e di soggettivismo spesso esasperato. Poter dire “ho l’abbonamento” a questo giornale è avvertire e manifestare un legame continuamente rinnovato che mi garantisce un’appartenenza: così non sono solo, gli altri abbonati mi fanno sentire di famiglia.
In un’epoca di relazioni liquide – per usare l’ormai logora ma trasparente immagine di Zygmunt Bauman – abbiamo tutti bisogno di qualche richiamo costante, di un riferimento stabile che ci fa sentire coinvolti, complici e – diciamolo – partecipi. Alcuni lettori ci testimoniano spesso negli incontri sul territorio come siano colpiti da certe tematiche di copertina (“smarcate” da quelle dei quotidiani) al punto da farle proprie, diffondendone l’originalità. O come apprezzino le rubriche degli opinionisti (Pombeni, Da Battaglia, Bonvicini, Passerini, Lunelli, Valente, Spagni…) perché mettono a disposizione strumenti di lettura utili anche nel ruolo di genitori o di formatori.
Nelle Assemblee di Zona molti ci dicono di vedere il settimanale diocesano anche come un simbolo – oltre che lo strumento – di un Cammino sinodale che altrimenti rischia di perdere chi non si informa sulle varie tappe, non si confronta con i risultati emersi dall’ascolto e con le scelte operative richieste d’ora in poi nella fase di discernimento. “Camminare insieme” richiede di rimanere connessi: con la propria parrocchia o paese, la Zona della propria valle, la Chiesa diocesana e il vescovo Lauro che ci richiama ad essere “lievito e sale” a partire però dal radicamento – chiamiamola connessione, o no? – alla Parola di Dio. Per essere “Chiesa in uscita” che sa scegliere i poveri non possiamo fare a meno di un collegamento diocesano: Vita Trentina, da 97 anni, lo vorrebbe sempre innescare e irrobustire. Lo fa con la rivista cartacea, ma anche con gli aggiornamenti di www.vitatrentina.it – complementari al sito www.diocesitn.it – e con le notizie sempre più consultate dei social media (a proposito: la pagina Facebook di Vita Trentina ha superato in questi giorni il significativo traguardo dei 10 mila follower!). E restare connessi alla nostra comunità di lettori – con la carta e nel web – aiuta ad avanzare e a non inciampare nelle strade sconnesse del nostro tempo: segnate da solitudine e indifferenza, slanci di volontariato e chiusure per il pericolo esterno, menefreghismo e promettenti forme di protagonismo giovanile o anche anziano, vetusti scontri ideologici e inediti percorsi di dialogo, modelli di sviluppo logori e segni profetici di ecologia integrale. Per non dire di quelle strade di Ucraina e Terra Santa devastate dalle bombe e dagli attentati (ben più che “sconnesse”), crateri di guerra e di dolore innocente. Ricordiamo due amici infine che tanto tenevano alla “connessione” con Vita Trentina: Pier Giorgio Cattani, nostro resistente “osservatore” morto tre anni fa e suor Cecilia Impera, la missionaria dossettiana che ci ha scritto anche dopo i suoi 90 anni.
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