“È cosa difficile da capire” come “impedire agli stranieri” che vivono in Trentino di imparare la lingua italiana “renda più sicuro il nostro territorio”. A scriverlo, in una lettera, è la comunità di insegnanti di italiano della Cooperativa sociale Samuele.
A pochi giorni dal voto per le elezioni provinciali del 22 ottobre, Cooperativa Samuele ricorda quello che è “uno dei tagli di servizi più dirimenti e nefasti nell’ambito dell’accoglienza, a seguito dell’introduzione della nuova legge n. 50 del 5 maggio 2023, è quello delle lezioni di italiano“. Gli insegnanti di italiano della cooperativa sociale si accorgono degli effetti di questa decisione: “i richiedenti protezione internazionale in attesa di permesso di soggiorno alloggiati nella residenza Adige di Trento, quasi la totalità madri con bambini, non potranno infatti più disporre del servizio di insegnamento di italiano”, scrivono.
Sono storie come quella di Ada, mamma nigeriana arrivata in Trentino con due bimbi al seguito, che fra poco saranno inseriti nelle scuole elementari di Trento. “Dovrà seguire i figli a scuola, capire in che luogo si trova, gestire le sue faccende quotidiane, usufruire dei servizi di mobilità, cercare e svolgere un lavoro ‘provvisorio’, capire il mondo che la circonda. Tutto questo – ricorda Cooperativa Samuele – senza poter leggere, scrivere, comprendere la lingua ed orientarsi nel territorio in cui, probabilmente, dovrà vivere anni in attesa del permesso di soggiorno”.
“Nel mondo scolastico – segnala Cooperativa Samuele – sono tutti consapevoli, tra l’altro, che le difficoltà linguistiche quasi sempre coincidono con difficoltà nei comportamenti sociali“.
Cooperativa Samuele aggiunge che “lo stop dell’insegnamento dell’italiano nella residenza Adige, inoltre, probabilmente non è che un anticipo dell’interruzione del servizio di tutte le altre residenze e interesserà dunque un numero sempre più significativo di migranti che gravitano sulla comunità trentina”. Ma la richiesta di imparare l’italiano non è destinata a diminuire. “Ne è testimone – continua Cooperativa Samuele – il Centro Eda di Trento, che ha visto questo anno il boom delle iscrizioni, molte delle quali non potranno essere accolte“.
Di qui l’appello di Cooperativa Samuele: “È allora importante che nella sua preziosa autonomia la Provincia di Trento non sottovaluti tale problematica che può essere affrontata solo se si pianifica un sistema articolato di servizi, integrando con risorse ‘locali’ dove necessario e non adattandosi alla logica nazionale di finta sicurezza e di miope risparmio“.
“Così facendo – conclude Cooperativa Samuele – non disperderà il patrimonio di servizi di rete per l’insegnamento dell’italiano L2 che, anche grazie a Cinformi, è già operativo a livello di Comunità di valle e micro-territori. Un servizio che per anni, grazie alla collaborazione tra istituzioni pubbliche e terzo settore, ha contribuito a garantire il vivere civile nei territori e con questo la sua sicurezza”.
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