Poco prima delle dieci di mercoledì 2 agosto, le campane della chiesa di Arranhò, dedicata a san Lorenzo, hanno cominciato a suonare. A quell’ora, infatti, papa Francesco è arrivato a Lisbona. Nel suo primo discorso alle autorità, il pontefice ha rivolto un appello per la pace in Europa: “Guardando con accorato affetto all’Europa, nello spirito di dialogo che la caratterizza, verrebbe da chiederle: verso dove navighi, se non offri percorsi di pace, vie creative per porre fine alla guerra in Ucraina e ai tanti conflitti che insanguinano il mondo?”.
Nel frattempo, oggi è il primo giorno di GMG “vera e propria” per i 250 pellegrini trentini, che questa mattina hanno partecipato alla catechesi assieme ai giovani arrivati dalla diocesi di Pordenone.
Hanno portato la loro testimonianza due suore operaie che hanno viaggiato con il gruppo trentino: la trentina suor Giulia Bertarelli, originaria della Val Rendena, e suor Giada Gagni di Brescia. Cosa fa una suora operaia? Lo ha spiegato suor Giada. “Vivo assieme ad altre suore in un appartamento a Sanpolino, un piccolo quartiere della periferia di Brescia. Il nostro vescovo ci ha chiesto di essere un punto di riferimento in quel quartiere, che non ha una chiesa. Seguo la pastorale dei battesimi, ma la mia missione principale è andare al lavoro: alle 17.30 tolgo il velo e vado a lavorare in un magazzino di farmaci che, con i miei colleghi, scherzando, chiamiamo l’Amazon dei farmaci. Tra un ordine e l’altro, le persone che lavorano con me mi raccontano le loro vite. Lì incontro Dio, nello stare con i miei colleghi”.
I momenti di catechesi di questi giorni saranno condotti dai vescovi di Mantova e di Trieste, don Marco Busca e don Enrico Trevisi. Oggi, dopo la riflessione in piccoli gruppi, don Marco e don Enrico hanno parlato di sogni, tempo, fretta, motivazione e passione. Don Enrico Trevisi ha citato una gita in montagna organizzata anni fa con un gruppo di giovani. “Tra loro, c’era un gruppetto di persone che si sono messe a correre, perché avevano l’obiettivo di arrivare primi. È giusto avere degli obiettivi, ma questo gruppo non si è accorto che abbiamo camminato per un’ora e mezzo in mezzo alle stelle alpine”.
“C’è una fretta buona, che mette l’altro davanti a me, che porta al servizio – ha detto don Marco Busca – e una fretta cattiva che porta alla superficialità”. Don Busca ha citato anche una frase del beato Carlo Acutis: “Tutti nascono come originali ma molti muoiono come fotocopie”. “Alla fine della vita – ha aggiunto don Marco – Dio non ci chiederà ‘Ma perché non sei diventato (qui metteteci il nome dei grandi)?’, ma ci chiederà ‘Ma perché non sei diventato te stesso?’. Infine, un passaggio sull’amore e sul senso della passione di don Enrico Trevisi: “Fare spazio all’altro, un amore generativo, comporta anche rinunciare a qualcosa. L’obiettivo non è il sacrificio, è l’amore, che si esprime dentro la grammatica della vita: il tempo, il limite, il sacrificio, le incomprensioni”.
Dopo la catechesi e una breve pausa, la mattinata prosegue con la Messa, celebrata dai due vescovi assieme ai sacerdoti trentini e portoghesi presenti.
“Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo”, recita il vangelo di Matteo di oggi, e su questo si concentra anche l’omelia di monsignor Busca. “I contadini a quei tempi mettevano i loro tesori sotto terra per nasconderli e proteggerli, ma ogni primavera qualche re dichiarava guerra ai popoli vicini, e alcuni di questi contadini moriva o scappava. Poteva succeder quindi di avere la fortuna di imbattersi in un tesoro nascosto sotto terra”, ha spiegato il vescovo di Mantova: “Un fuori programma non voluto, un’esperienza di sorpresa e di gioia. E il regno dei cieli è la gioia del ritrovamento inatteso. Può sembrare un azzardo l’idea che uno venda tutti i suoi averi per quel campo o per unaperla preziosa, ma in quel tesoro o in quella perla che è il regno di Dio ha trovato tutto. È una promessa troppo grande. È quello per cui vale la pena, la felicità piena”.
l termine della celebrazione, quindi, tre cartelloni sono stati posti davanti all’altare, con l’invito ai giovani a scrivere una parola partocolarmente significativa rimasta impressa durante le attività della mattinata.
IL PROGRAMMA DEL POMERIGGIO
Ad attendere i 250 pellegrini trentini, dopo la pausa pranzo e un po’ di meritato ristoro, c’è finalmente Lisbona. I cinque pullman raggiungeranno la capitale portoghese nel pomeriggio, e in serata i ragazzi e le ragazze parteciperanno alla Festa degli italiani, presso il Passeio Marítimo de Algés (Oeiras): un momento di preghiera, riflessione e festa, presieduto dal Card. Zuppi, numerosi ospiti illustri e dei Vescovi italiani presenti a Lisbona, che sarà trasmesso in diretta su TV2000 alle 21.00 ora italiana.
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