Giovedì 6 luglio, in occasione del 69° anniversario dalla morte, l’Associazione italiana partigiani del Trentino e il Comune di Trento insieme ai familiari ricordano il sacrificio compiuto dall’ufficiale degli alpini Giannantonio Manci, martire della Resistenza trentina e medaglia d’oro della Resistenza.
L’evento si svolgerà in due momenti. La mattina, alle 11.30, verrà deposta la corona alla Galleria dei Partigiani di Trento alla presenza del sindaco Franco Ianeselli e del presidente dell’Associazione italiana partigiani del Trentino Mario Cossali. Nel pomeriggio, nella piazza Manci di Povo alle 18, interverranno i rappresentanti del Comune, della Circoscrizione e dell’Associazione italiana partigiani del Trentino.
Nato a Trento il 14 dicembre del 1901, Giannantonio Manci, partito volontario nel corso della Grande Guerra, aveva combattuto come ufficiale per il Battaglione “Brenta” del 6° Alpini. Al termine del conflitto, si diplomò in ragioneria intraprendendo l’attività di rappresentante di commercio, che in seguito allo scoppio della Seconda guerra mondiale dovette interrompere per tornare alle armi. Nel 1943, all’annuncio dell’armistizio, “ribelle a dittature”, entrò nelle file della Resistenza, impegnandosi nell’organizzazione del movimento partigiano trentino. Nel luglio del 1944, denunciato alla gestapo, Manci fu arrestato dai tedeschi e trasportato a Bolzano, dove venne incarcerato e torturato per giorni. Il 6 luglio del 1944, nel corso di un interrogatorio, si tolse la vita gettandosi da una finestra, “suggellando con la morte la fedeltà ai compagni” come recita la lapide commemorativa presente in piazza Cesare Battisti a Trento.
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