La Provincia conferma opere pubbliche per un totale di 1,8 miliardi di euro con risorse proprie, ai quali si aggiungono, dal 2023 in poi, 2,5 miliardi di fondi specifici (Pnrr ed Olimpiadi in primo luogo).
Queste opere fanno parte della manovra di bilancio presentata ieri, giovedì 3 novembre, che il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti definisce “realista”.
“Stiamo affrontando una fase complessa della nostra storia – ha detto Fugatti – caratterizzata da una forte incertezza e possibili repentini cambiamenti. Per questo motivo la legge di bilancio che abbiamo costruito guarda in particolare ai prossimi 6-9 mesi. La prosecuzione del conflitto in Ucraina e il conseguente aggravarsi delle difficoltà nell’approvvigionamento di fonti energetiche sta pesantemente incidendo sulle previsioni delle dinamiche economiche in particolare del 2023”.
Il primo semestre del 2022, ed in particolare il secondo trimestre, secondo quanto riportato dalla Pat, ha fornito riscontri oltre le aspettative, rendendo possibile una stima di crescita del Pil per l’anno in corso al 3,7%, migliore del valore italiano. In base ai dati sulle aspettative degli imprenditori e sul clima di fiducia, per il secondo semestre si prospetta un rallentamento evidente con il rischio di recessione tecnica, tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023.
“Il sistema economico trentino ha dimostrato la propria resilienza nel periodo più complesso dell’emergenza Covid”, ha detto l’assessore provinciale allo sviluppo economico Achille Spinelli. “Questo ci porta a ritenere che, nonostante le previsioni, è necessario dare fiducia al 2023, alla luce degli investimenti realizzati e alla crescita economica dovuta ad innovazione e ricerca”.
Spinelli ha poi ricordato l’intervento del valore di 100 milioni di euro in favore delle famiglie ed i 25 milioni di euro destinati alle piccole imprese particolarmente colpite dal caro bollette, attraverso specifici interventi da parte degli istituti di credito e dei Confidi.
Tra il 2022 e il 2023, la Provincia ha impiegato o stanziato “fondi importanti” – riporta la Pat – per affrontare la spesa energetica, oltre che per garantire la realizzazione delle opere pubbliche nonostante il caro materiali: “Si tratta di importi che altrimenti avremmo potuto destinare a investimenti diretti o a sostegno dell’economia”, ha osservato il presidente Fugatti.
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