I 37 anni dalla tragedia che travolse la Val di Stava, con 268 morti, sono stati ricordati ieri (martedì 19 luglio) con una messa celebrata da don Albino dell’Eva a Tesero.
Un anniversario se possibile più sentito dopo la tragedia della Marmolada di domenica 3 luglio, come ha ricordato don Albino durante la celebrazione. “Tutta la comunità ancora una volta, dopo 37 anni, sente il desiderio di radunarsi e fare memoria di quel tragico evento”, ha detto dell’Eva.
Presenti alla celebrazione anche le autorità, tra cui il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, il commissario del governo Gianfranco Bernabei, il presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder, la sindaca di Tesero Elena Ceschini e molti primi cittadini della Val di Fiemme.
“Quest’anno è un anno particolare”, ha affermato Fugatti. “Il ricordo di Stava è sempre importante ma, come è stato detto durante la messa oggi occorre ricordare anche un’altra tragedia, quella della Marmolada, che ha delle similitudini con quella di Stava. Credo che questo continuo ricordo che a Stava si fa delle tante vittime che ci sono state sia il ricordo di una memoria collettiva che deve continuare e che deve lavorare perché ciò che è accaduto non possa più ripetersi. Quindi i termini sicurezza, prevenzione, rispetto della natura devono continuare a esserci perché queste tragedie non devono più ripetersi”.
Gli alpini delle Sezioni ANA di Tesero e Longarone hanno deposto un mazzo di fiori al monumento dono delle Popolazioni del Vajont antistante la chiesetta della Palanca di Stava.
Il programma di eventi organizzato dal Centro Stava 1985, nato per conservare la memoria della tragedia, si concluderà in ottobre. Ci sarà un convegno dal titolo “Scarti minerari: da rifiuto a risorsa”, curato assieme all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), Associazione Georisorse e Ambiente (Geam), Associazione Nazionale Ingegneri Minerari (Anim) e Associazione Geotecnica Italiana (Agi). Verranno affrontati gli aspetti economici, normativi, tecnici e scientifici relativi alle discariche di miniera, lanciando la sfida di un cambio di paradigma degli “scarti minerari da rifiuto a risorsa”. Il Centro “Stava 1985” è aperto al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.
La celebrazione della tragedia che travolse la Val di Stava ha rappresentato un momento importante per ricordare anche il ripristino del sentiero storico/naturalistico “Stava 1985 – La Montagna delle Scoperte”, che attraversa il monte Prestavèl e la Val di Stava, che furono teatro dell’attività estrattiva della fluorite e ospitarono la discarica di fanghi, residuati della lavorazione mineraria, che crollò il 19 luglio 1985.
Il percorso descritto da pannelli informativi posti su totem lignei, raggiunge un punto panoramico dal quale si può vedere il percorso della colata di fango con gli occhi di che la vide quel 19 luglio 1985. Permette di conoscere la vita del bosco, l’attività mineraria e di approfondire il secolare rapporto dell’uomo con la montagna e l’acqua del torrente. E infine informa su come questo rapporto abbia avuto il suo più grave punto di rottura appunto 37 anni fa.
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