Proseguono solamente per via aerea, attraverso l’utilizzo di droni, le ricerche dei dispersi dopo la valanga di ghiaccio, neve e roccia che si è distaccata ieri pomeriggio dalla Marmolada, travolgendo il sentiero sottostante e causando il decesso di sei vittime accertate finora.
La ricerca, spiegano fonti interne a soccorritori, si concentra quindi su qualsiasi pezzetto di indumento o attrezzatura. È plausibile il numero di 30 dispersi tra cui pare anche un minore, ma i temporali previsti per la giornata di oggi non facilitano le operazioni e non consentono di mettere a rischio l’incolumità dei soccorritori stessi, in quanto il terreno al momento è molto instabile. Sulla Marmolada, al momento della tragedia, si trovavano infatti numerosi alpinisti di diverse nazionalità e presumibilmente anche due trentini, ma per ora non si hanno dati certi.
Intanto, per i corpi delle vittime, è stata allestita una camera ardente, ma non è ancora partita la fase del riconoscimento, in quanto sono sempre in corso le indagini dei Carabinieri. Al fianco dei parenti delle vittime sono presenti sul posto i volontari degli psicologi dei popoli, mentre, forse sull’onda dell’emozione, il rifugista di punta Penia Carlo Budel ha annunciato la chiusura del rifugio.
ha collaborato Gilberto Bonani
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