Arriva alla conclusione del suo viaggio nei principali comuni della Valsugana il progetto “Almeno i nomi. Memoriale ai civili trentini deportati nel Terzo Reich”, che venerdì 15 aprile inaugurerà la sua tappa conclusiva, presso sala Maier di Pergine Valsugana, con gli interventi di Morgan Betti, Assessore alla Cultura del Comune di Pergine Valsugana e Diego Leoni, curatore della mostra e ricercatore presso il Laboratorio di Storia di Rovereto.
L’iniziativa, promossa dalla Comunità Valsugana e Tesino e dalla Comunità Alta Valsugana e Bersntol e condivisa dal Comune di Pergine, vuole strappare all’oblio i nomi, le storie, talvolta anche i volti, di coloro che sono sprofondati ai margini della Storia senza più riemergere. Civili, uomini e donne, rinchiusi nei Lager o nei penitenziari a scontare non solo la “colpa” della resistenza organizzata, ma anche un semplice atto di solidarietà, una parola di troppo, la renitenza e la disobbedienza civile, un furto veniale, un’amicizia o un’inimicizia, una parentela o anche una semplice omonimia.
Le 210 cornici di rame, che custodiscono le note biografiche ed i volti dei trentini deportati, sono il frutto di una minuziosa ricerca condotta sul campo, negli archivi e attraverso un rapporto diretto con discendenti e depositari delle memorie locali. Una ricerca sfociata nella pubblicazione del volume “Almeno i nomi. Civili trentini deportati nel Terzo Reich” (2013). Perché il ricordo delle vittime non svanisca, e con esso non svanisca il ricordo del male.
Dal 15 al 25 aprile l’installazione sarà liberamente visitabile tutti giorni, escluse le domeniche, con i seguenti orari: al mattino dalle 10:00 alle 12.30 e al pomeriggio dalle 16.00 alle 18.30.
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