“L’estensione dell’obbligo vaccinale a chi ha più di 50 anni va nella giusta direzione, ma resta una soluzione parziale“, così i segretari generali di Cgi Cisl Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, commentano i recenti provvedimenti del Governo in materia di Covid-19, chiedendo che l’esecutivo e il Parlamento “si assumano la piena responsabilità di imporre l’obbligo di vaccinazione anti-Covid per tutta la popolazione“.
“Il virus infatti non si diffonde solo sui luoghi di lavoro dove semmai le norme e i protocolli siglati dai sindacati hanno permesso di ridurre significativamente il rischio di focolai anche nel bel mezzo delle ondate dell’autunno 2020 e dei primi mesi del 2021”, scrivono i tre sindacati: “Di fronte al dilagare dei contagi di queste ultime settimane, la vaccinazione resta infatti l’argine decisivo per evitare il sovraccarico del sistema sanitario e ospedaliero e quindi per tutelare concretamente la salute pubblica. Solo aumentando il tasso di immunizzati anche in Trentino sarà quindi possibile evitare nuove restrizioni e garantire la piena continuità di tutte le attività economiche, sociali ed educative”.
A supporto di ciò, Grosselli, Bezzi e Alotti portano i dati di questi giorni rispetto alle ospedalizzazioni: “Un anno fa, durante la seconda ondata quando il numero di nuovi contagiati aveva raggiunto anche una media di circa 900 casi giornalieri nonostante forti restrizioni nella mobilità, nell’apertura dei pubblici esercizi e nell’accesso ai servizi scolastici, i ricoverati in ospedale i primi giorni di gennaio non erano ancora scesi sotto la soglia delle 400 unità. Oggi invece, con quasi tutte le attività ancora aperte e oltre 1.500 nuovi casi in media alla settimana sostenuti da una variante ancora più contagiosa di quelle dello scorso anno, i ricoveri sono di ben due terzi inferiori. L’unica vera differenza rispetto ad allora è la presenza di vaccini sicuri ed efficaci“.
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