Da neonatologo ho fatto diverse “diagnosi sul Neonato Gesù” (ne ho trovata una su Vita Trentina del 1985!). Si sa che Gesù è nato duemila anni fa, povero, di notte, in una stalla: e quindi con un altissimo rischio di morire. Quello che non ho mai capito è che lui, in tutti i presepi, è un lattante di 8-9 mesi che si presenta mezzo nudo e sorridente; e a braccia aperte ci fa capire che non ha bisogno di aiuto o di compassione, e nemmeno di pediatri! Anzi, lui è allietato da canti melodiosi e da luci sfavillanti; e a tutti i bambini promette che porterà tanti doni per farli felici. Ci commuovono i pastori e le musiche angeliche; e ai bambini piacciono tanto i Magi con i cammelli che offrono doni simbolici per onorare un Re. A Praga c’è un “Bambingesù” vestito perfino da principino, con una corona d’oro in testa…
Se per noi Gesù è nato per “far felici i bambini buoni”, nell’ultimo mezzo secolo è stato facile al grasso Babbo Natale fare una concorrenza consumistica e vincerla. Il consumismo snatura oggi ogni festa religiosa, fa avanzare il laicismo e le chiese si svuotano. E il gioco è fatto, complice il Bambinello…
I nostri paesi si riempiono sì presepi bellissimi con le ultime tecnologie per attirare turisti; non certo per far capire meglio il ruolo che ebbe quella nascita nel mondo intero. Tutto il mondo festeggerà il 2022, senza pensare a chi si riferisce quel numero! Lo ricordiamo nei Mercatini “di Natale” (Natale di chi?) e nei “Christkindlmarkt” dell’Alto Adige, dove “si fa mercato nel nome di Cristo”: una bestemmia, scrissi anni fa… Seguire l’Avvenire, l’Apparire e il “far finta di Essere” è una religiosità certamente strabica!
I presepi, almeno quelli preparati in chiesa, dovrebbero rispettare il vero e serio significato dell’evento di Betlemme. C’è un Dio onnipotente che si fa Neonato, un Neonato che da grande chiederà anche a noi di “farci neonati”, perché solo così “rinasceremo” in un mondo nuovo, in cui dominerà lo Spirito di Amore assoluto: “SOLO chi si fa bambino entrerà nel Regno dell’Amore!” e “Le verità sono rivelate solo ai più piccoli bambini (nipio), non ai sapienti!”…
Gesù è nato povero e ha predicato senza avere né casa né proprietà… Il messaggio che dovrebbe darci un presepe dovrebbe essere lo stesso che ci dà la croce del Golgota. Gesù è vissuto povero tra questi due momenti umani di grande sofferenza. E noi dobbiamo seguire la sua vita di Verità e Amore, da neonato e da crocifisso, a nome dei più deboli, dei più poveri e di ogni uomo che subisce violenza. E come accanto al crocifisso ci metto i tanti offesi dalla mafia o dal mondo di Amnesty, così vicino al Gesù neonato ci posso mettere i tanti neonati che oggi muoiono di fame o di violenza nel Sahel o in braccio a Teresa di Calcutta o anche sulle coste italiane… San Francesco 800 anni fa ci mise un povero neonato di Greccio… E noi mezzo secolo fa, concretamente e razionalmente, nel presepe vivente delle cure neonati, abbiamo messo il Neonato trentino più piccolo e più grave, con sua Mamma vicina. La ricetta dell’Amore ha funzionato, con un Nipio, fratello di Gesù, che ci guidava in ogni nostra scelta…
Il miglior commento ai presepi belli e “sfarzosi” è per me quello del poeta romanesco Trilussa, che fa dire al Bambinello: “Grazie de core, brava gente, pé ‘sti presepi… Ma che li fate a fa’ si poi v’odiate, si de st’amore non ci capite gnente…; E non capite che senza l’amore è cianfrusaja che non cià valore…”. Mia traduzione: “Cara la me brava zènt; el nos presepi senza l’amor l’è roba straza, e non la val propri gnént…”. Chiaro?
Mah… Nel 1985 scrivevo su Vita Trentina più o meno le stesse parole (inascoltate)… Auguri!
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