Mostre, dibattiti e spettacoli teatrali per dire che no, la violenza non è un destino. Fitto il programma di appuntamenti nella città di Rovereto, dove il Comune ha creato un contenitore per raccogliere gli eventi legati alla prevenzione della violenza sulle donne: “Non è il destino”.
“Abbiamo il dovere – spiega l’assessora alla cultura di Rovereto Micol Cossali, che l’anno scorso ha dato un nuovo titolo al programma, attivo ormai da 9 anni – di sensibilizzare la popolazione su un tema così importante e far capire che non esiste un destino ineluttabile. Il programma, nato con il coordinamento del Comune, raccoglie iniziative promosse da soggetti diversi impegnati da anni nei loro ambiti di attività per costruire prospettive di trasformazione con azioni dirette a sostegno delle donne ma anche azioni educative in una prospettiva di parità e valorizzazione del ruolo delle donne nella società”.
Si è già partiti, il 6 novembre, con una mostra “Matilda: donne nello Stem”. Le Stem sono le discipline tecnico-scientifiche, dalle quali le donne risultano spesso escluse a priori, per fattori culturali ma anche per una difficoltà a farsi strada nella carriera lavorativa. L’esposizione, che rimarrà visitabile fino al 27 novembre alla Corte al Centro Betania di Piazza Dalla Chiesa, presenta invece la vita di alcune donne, più o meno conosciute, che hanno fatto da “apripista” alle altre donne in ambito scientifico.
Sabato 20 novembre, invece, lo spettacolo “Viola di mare” farà rivivere un libro di Giacomo Pilati, “Minchia di re”, nella Sala della Filarmonica di Corso Rosmini. La protagonista della pièce teatrale, Pina, è costretta a travestirsi da uomo per amore. Lo spettacolo fa così riflettere il pubblico su come, per vivere la propria vita, certe persone siano costrette a “camuffarsi”.
Non solo violenza fisica. Si parlerà anche di violenza economica il 24 novembre con Maria Taufer, psicologa e psicoterapeuta nonché presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Trento, e Anna Ress, ricercatrice del Centro di Studi Interdisciplinari di Genere del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento. Un fenomeno sommerso ma riconosciuto dalla Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa, riferimento normativo per il contrasto alla violenza sulle donne.
Il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, alle 20.30 al Teatro Zandonai di Rovereto ci sarà lo spettacolo “Pandora non aprire quel vaso” della compagnia teatrale Multiverso Teatro. Le voci di Arianna, Aracne, Medea e Penelope si susseguiranno per decostruire e raccontare gli stereotipi che, dall’età classica, avvolgono il mondo delle donne (qui un approfondimento).
Sarà inaugurata anche una panchina rossa tra il 25 e il 26 novembre nelle circoscrizioni comunali di Rovereto; un simbolo chiaro in ricordo alle vittime di femminicidio, ma anche un monito affinché questo non avvenga mai più, perché “la violenza non è un destino”. Gli studenti del Cfp Veronesi hanno il compito di realizzare una targa che sarà apposta su ogni panchina.
Il Comune di Rovereto si è anche impegnato perché continuino i percorsi rivolti ai “maltrattanti”, cioè agli uomini che commettono violenza, promossi da Alfid e da Famiglia Materna. Il progetto, all’avanguardia nel panorama nazionale, si era interrotto perché era venuto meno l’impegno finanziario da parte dello Stato e della Giunta provinciale.
“La violenza è l’effetto, ma noi dobbiamo eliminare anche la causa – commenta l’assessore alla promozione sociale Mauro Previdi – Se vi sono uomini che si rendono conto del loro problema e vogliono curarsi, è giusto prendersene carico. Abbiamo dato la disponibilità da parte del Comune per aiutare chi non può permettersi economicamente di partecipare a questo percorso”.
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