Da Bologna a Firenze, lungo la Via degli Dei, seguiti da un furgoncino pieno di cibo ma anche di chitarre e bonghi per allietare i momenti di riposo. È l’esperienza di un gruppo di ventuno ragazzi e ragazze delle parrocchie dei Solteri, di Cristo Re e di Madonna della Pace. Incontriamo Giulia Cassarino e Pietro Trotter a più di un mese di distanza dalla loro esperienza “di cammino”. Il periodo trascorso, però, non ha fatto affievolire il loro entusiasmo per i 130 chilometri percorsi in sette giorni e sei tappe, con dislivelli anche piuttosto impegnativi per un gruppo che ha viaggiato con zaino e sacco a pelo in spalla.
Giulia e Pietro hanno percorso la Via degli Dei tra il 18 e il 24 agosto. “All’inizio si parlava di fare il cammino di Santiago”, racconta Pietro Trotter, studente di Economia e Management e animatore dell’oratorio. “Poi però abbiamo optato per la Via degli Dei, che passa per le colline bolognesi per poi attraversare gli Appennini e le colline toscane. Insomma, un continuo saliscendi”.
“È stata una sfida”, aggiunge Giulia Cassarino, studentessa di Lingue e letterature classiche e animatrice dell’oratorio. “Eravamo in sei animatori, compreso don Francesco Viganò, e abbiamo portato con noi quindici ragazzi dai quattordici anni in su”.
La tappa più faticosa? Quella tra Badolo, Brento, Monzuno e Madonna dei Fornelli, che il gruppo ha percorso il secondo giorno. “Il primo giorno si attraversava una zona piana, mentre in questa tappa abbiamo cominciato a salire sempre più in alto, fino agli Appennini”, spiega Pietro.
“Però è stato emozionante vedere le tende già montate quando siamo arrivati”, aggiunge Giulia. Il merito è della famiglia che ha seguito il gruppo giovani in furgoncino, composta da Federico, 11 anni, e Diana e Gianfranco, moglie e marito. “È stata un’esperienza molto interessante, ricca di emozioni e di insegnamenti”, racconta Gianfranco. “Questi giovani che dopo aver camminato per ore, zaino in spalla, sotto il sole, arrivavano alla meta giornaliera stanchi, affamati, ricchi di vesciche, ma sempre sorridenti, tenaci e pronti a ripartire con un’immensa forza di volontà, hanno dato a noi, ‘il papà e la mamma del cammino’, un bell’insegnamento (che da ragazzi così giovani non ci saremmo mai aspettato): non si molla mai!”.
Un’esperienza che il gruppo giovani di Cristo Re, dei Solteri e di Madonna della Pace consiglia a tutti i gruppi. “È bello cambiare paesaggio, camminare tra le colline e i campi anziché in montagna. E poi è un’esperienza che aiuta a fare gruppo”, spiega Pietro, e Giulia aggiunge: “I ragazzi si sono resi conto di avere più forza di volontà di quella che pensavano. Tanta di quella forza di volontà però sta nel gruppo, nel prendere le cose con leggerezza ed essere in grado di ridere sempre, anche con le vesciche ai piedi”.
Un percorso di fede, anche, perché ogni giornata di cammino è stata scandita dall’incontro con un personaggio del Vangelo diverso. “A metà mattina leggevamo un brano del Vangelo che commentavamo in gruppo e su cui poi riflettevamo singolarmente in silenzio”, racconta Pietro. La sera poi, per chi voleva, c’era la Messa. “Una celebrazione semplice, senza troppi fronzoli e seduti a terra”, spiega Giulia.
Per il futuro, il gruppo degli animatori sogna il cammino di Santiago. Intanto però ha raggiunto il punto più alto della Via degli Dei, che si chiama così perché i monti prendono il nome dalle divinità degli antichi romani. Sul Monte Adone, ciascuno dei ventuno partecipanti ha firmato il libro di vetta. “Al confine tra Emilia Romagna e Toscana, abbiamo percorso per un tratto l’antica via flaminia”, conclude Pietro Trotter.
Lascia una recensione