103 anni e non sentirli: questo è don Guido Avi, il sacerdote più anziano del Trentino, che domenica 14 febbraio ha tagliato questo traguardo con uno spirito invidiabile e la voglia, per nulla celata, di voler festeggiare ancora il compleanno, l’anno prossimo, possibilmente senza più restrizioni e limitazioni anti-contagio.
La festa per i 103 anni di “don Torta” si è tenuta nel pomeriggio del 13 febbraio, nel cortile della sua casa natale a Vigalzano: un ridotto numero di persone si è stretto attorno a lui, mantenendo le debite distanze ed osservando tutte le precauzioni al fine di non creare assembramenti. Don Guido avrebbe dovuto rimanere nella cappella, a piano terra, al caldo, mentre le persone dall’esterno gli facevano gli auguri: peccato che quando ha iniziato ad esserci una decina di persone, don Guido ha rotto gli indugi ed è uscito in cortile, visibilmente emozionato per la sorpresa, nonostante le raccomandazioni.
“Sono il sacerdote più felice del mondo”, ha detto abbracciando metaforicamente tutti i presenti: il coro Castel Rocca di Madrano ha intonato due canti per lui (la Madonina e un’Ave Maria) e per la gioia don Guido era incontenibile, tanto che i presenti sono stati invitati a salutarlo ed a ritornare a casa, perché altrimenti anche in “don Torta” avrebbe prevalso la voglia di rimanere lì, fra la gente, fra la sua comunità.
Sia per l’età sia per il rischio della pandemia, don Guido rimane a casa sua, assistito anche dalla sua domestica, e da qualche anno non collabora più nelle parrocchie dell’Oltrefersina, che porta comunque nel cuore. “Scendano su voi tutti e sui vostri cari tante benedizioni quante sono le stelle e gli angeli del cielo”, l’augurio del sacerdote. “Sento qui fra noi anche tutti i miei cari che sono in cielo. È come se fosse un grande mazzo di fiori riunito per quest’occasione. Celebrando Messa come faccio tutti i giorni, baciando l’altare vi porterò con me”.
Don Guido ha anche ricordato che l’anno prossimo, il 21 marzo, ricorrerà anche l’80° anniversario di ordinazione sacerdotale. Un altro record per lui, che nei primi anni di sacerdozio è stato viceparroco a Noriglio e poi a Rovereto in Santa Maria; è diventato poi parroco a Cristo Re a Trento (qui è diventato famoso per il suo soprannome “don Torta”), ad Albiano e a Baselga del Bondone. Nel 1983, presiedendo un comitato, fu anche l’artefice della costruzione della chiesetta di Kamaovrunt in Valle dei Mòcheni.
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