È caos in Myanmar. Aung San Suu Kyi, leader della Lega nazionale per la democrazia (Nld), è stata arrestata il primo febbraio dai militari. Anche il presidente Win Myint e altri leader sono stati “catturati” e tutti i poteri sono stati trasferiti al generale Min Aung Hlaing, capo delle forze armate. L’esercito ha dichiarato lo stato di emergenza. La gente è chiusa in casa, in un clima di tensione e di paura. Ai molti appelli alla comunità internazionale, si unisce anche l’invito alla preghiera arrivato a Vita Trentina dalla responsabile della solidarietà internazionale dell’Associazione Via Pacis, Onlus che segue vari progetti in Birmania. Ecco il testo.
L’Associazione Via Pacis guarda con forte preoccupazione all’appena avvenuto colpo di stato militare nel Myanmar. In quel Paese infatti è stato realizzato un progetto di fondamentale importanza per la vita e l’educazione di circa 150 bambine e ragazze ospiti presso la “Casa della Pace” di Loikaw – cittadina ai confini con la Thailandia.
Era dicembre del 2014 quando il fondatore di Via Pacis Paolo Maino e la responsabile solidarietà internazionale, Roberta Riccadonna, inauguravano a Loikaw la Casa di accoglienza che, fin da subito, la gente del posto ha chiamato “Casa della Pace”.
Una struttura in grado di accogliere ragazze e bambine di varie età provenienti da villaggi remoti delle montagne al confine con la Thailandia. Zone lontane dall’amministrazione statale, senza servizi fondamentali come l’istruzione. Luoghi pericolosi, battuti da ribelli, luoghi poco adatti a bambine e ragazze, spesso orfane, dove la violenza, il commercio di droga e soprattutto, la tratta di esseri umani sono merce quotidiana. Togliere le bambine a queste situazioni permette di restituire loro il sorriso, la libertà, la gioia di ricevere un’istruzione e di vivere in un ambiente sereno e protetto.
Da quel giorno di dicembre sono trascorsi più di 6 anni, la casa si è riempita oltremisura e gli spazi esistenti non bastavano più e quindi, nel 2020, in collaborazione con la referente per il sud-est asiatico dell’Associazione, suor Rosanna Favero, è iniziata la costruzione di una nuova ala, collegata all’edificio esistente. L’ampliamento, ora quasi completato, permetterà di raddoppiare la ricettività della “Casa della Pace”.
Questi germogli di pace, convivenza armoniosa e reciproco apprezzamento fra le religioni e le etnie presenti a Loikaw sono ora messi a dura prova dall’incertezza e dal clima di paura che il colpo di stato ha riportato fra gente pacifica che, solo da pochi anni, aveva ritrovato un po’ di serenità. Vi condividiamo il messaggio che suor Rosanna ci ha fatto pervenire il primo febbraio:
“Stamattina abbiamo ricevuto la notizia del colpo di stato in Myanmar. I militari hanno ripreso il governo del Paese e arrestato Aung San Su Kyi e altri membri del partito democratico che era risultato aver vinto le elezioni dello scorso novembre.
Stamattina è stato annunciata la proibizione di spostarsi da una municipalità all’altra per tutto il mese di febbraio. In Loikaw sono tornati i carri armati, l’area aeroporto che è anche sede degli uffici governativi è chiusa, hanno chiuso linee telefoniche e internet e le banche sono state chiuse fino a data indefinita. Chiediamo la vostra preghiera per il popolo del Myanmar che da pochi anni era uscito dalla dittatura”.
Sr. Rosanna ha lanciato un appello con la richiesta di pregare per il popolo del Myanmar, ripiombato nell’incubo della dittatura che, solo nel 2011, aveva lasciato il posto ad un principio di democrazia, suggellato con le elezioni di novembre 2020. Via Pacis non può che condividere con tutte le persone questo importante appello.
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