Anche nei mesi più duri dell’emergenza sanitaria da coronavirus il Punto d’Incontro in via Travai a Trento ha garantito un prezioso servizio nei confronti delle persone più fragili, grazie all’impegno dei dipendenti e dei volontari.
Segno visibile di una comunità che si china sulle ferite e si prende cura. È questa Trento capace di solidarietà, grazie a una rete di realtà pubbliche e private che lavorano nell’ambito dei servizi rivolti ai senza dimora, al mondo della disabilità, agli anziani e all’immigrazione che proprio la cooperativa Punto d’Incontro e il Cnca – Coordinamento Nazionale delle Comunità di accoglienza – hanno voluto presentare alle candidate e ai candidati sindaco alle elezioni amministrative per il Comune di Trento, per saggiarne le idee e le proposte e metterle a confronto con la visione che il Cnca e le realtà del privato-sociale che ne fanno parte hanno di una comunità inclusiva. Hanno risposto tutti e otto gli aspiranti sindaci: Carmen Martini, Franco Bruno, Franco Ianeselli, Giuliano Pantano, Silvia Zanetti, Andrea Merler, Marcello Carli; l’assente Filippo Degasperi era rappresentato da una candidata della sua lista Onda Civica.
Martedì 15 a mezzogiorno nella sala della Circoscrizione San Giuseppe/Santa Chiara hanno presentato la loro visione di una città “che si prende cura” e che sa dare risposta alle crescenti situazioni di difficoltà e di disagio, che la pandemia da Covid-19 ha reso ancora più evidenti.
Sono emerse visioni, idee e proposte a tratti sovrapponibili, tanto che il confronto, civilissimo, ha avuto un unico sussulto quando Ianeselli ha evidenziato proprio questa apparente omogeneità: “Mi pare di essere nel film di Woody Allen ‘Zelig’: qui a seconda di con chi si sta si diventa tolleranti o intolleranti. Ma la Lega voleva le ruspe, ci irrideva quando manifestavamo con i migranti. Chiedo coerenza”, ha detto rivolto in particolare a Merler. Il quale non si è sottratto, imputando a Ianeselli il sostegno dei centri sociali e suscitando la sua immediata replica: “Non mi pare che siano in lista con noi, mentre tu sei il candidato della Lega delle ruspe”.
In una campagna elettorale segnata dal tema della sicurezza, i promotori dell’incontro, per bocca del presidente del Punto d’Incontro, Osvaldo Filosi, e del presidente del Cnca, Claudio Bassetti, hanno voluto rimarcare che una città davvero sicura, per tutti, è quella che sa anche tenere conto delle fragilità di chi rischia di restare ai margini. “La pandemia ci ha ricordato che nessuno si salva da solo”, ha detto Bassetti, prima di dare la parola ai candidati sindaco, intervenuti in rigoroso ordine alfabetico.
Franco Bruno ha riportato casi di fragilità a partire dalla sua personale esperienza, per ribadire l’impegno della sua lista per la sicurezza, “contro gli spacciatori”.
Marcello Carli ha espresso l’auspicio che la futura amministrazione comunale possa studiare insieme alle realtà del privato-sociale le soluzioni più appropriate per fare della solidarietà l’elemento distintivo della prossima consigliatura, e ha indicato quali priorità la disponibilità di alloggi per persone in difficoltà, l’inserimento dei migranti attraverso la conoscenza della lingua, la risposta al tema “enorme” delle dipendenze.
Franco Ianeselli ha indicato nella realizzazione di progetti di comunità, capaci di responsabilizzare la persona, la risposta alle fragilità e al degrado, “che riguarda alcune zone”. E ha bacchettato la Giunta provinciale che ha rinunciato a risorse europee per l’integrazione, non attivando i corsi di italiano per i richiedenti asilo.
Costanza Giannelli (parlando al posto di Filippo Degasperi) ha ricordato l’esigenza di attivare luoghi dove tradurre in concreto il prendersi cura, per dare risposte alternative. Ha invitato a pensare a centri di aggregazione giovanile non solo come risposta al disagio, ma più alla scoperta e alla valorizzazione dei talenti.
Carmen Martini ha richiamato i punti del suo programma per una città più vivibile (attenzione a disabili, anziani, famiglie con bambini, sostegno alle associazioni di volontariato) ed espresso l’intenzione di attingere ai fondi europei per il miglioramento dell’equità e dell’inclusione sociale: in concreto, dormitori aperti tutto l’anno, progetti di social housing, iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo, corsi di italiano erogati dal Comune.
Andrea Merler, partendo dalla sua esperienza di cittadino che osserva le situazioni di disagio e degrado in città, ha proposto di ristrutturare l’ex ostello di via Manzoni da destinare ai senzatetto “per uno o due anni” e ha indicato nel cohousing una risposta non velata di assistenzialismo (“Ma quando me ne sono fatto promotore sono stato accusato di cementificare Trento”, ha detto riferendosi alla vicenda della nuova area edificabile a Melta, a ridosso del parco, inserita con la variante al PRG approvata nel giugno scorso dal consiglio comunale).
Giuliano Pantano ha indicato come centrale la questione della casa (“Ci vuole un Osservatorio sulla situazione abitativa”), che impone il recupero di edifici pubblici oggi inutilizzati, posto che ci sono 500 persone che vivono in strada. Priorità: politiche attive per il lavoro, spazi aggregativi diurni dove gli immigrati possono imparare la lingua italiana, un punto di consulenza legale.
Silvia Zanetti, denunciando come strumentale il parlare in campagna elettorale di migrazione legata alla sicurezza, ha espresso la necessità, per intervenire sulle fragilità, di una ricognizione per censire i bisogni, dalle persone anziane sole alle famiglie con situazioni di dipendenza o con minori disabili, per poter poi, dati alla mano, intervenire con le associazioni e dare vita a soluzioni non assistenziali, ma di reale promozione della persona.
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