Gli anni Ottanta dentro una tv locale

Il libro sulle tv locali

Lo spunto

Gli anni Ottanta del Novecento sono stati gli anni di Reagan e della Thatcher, largamente dominati dalle politiche neoliberiste, sono stati gli anni delle caduta del muro di Berlino, profondamente segnati da Karol Wojtyla (…) Anche in Italia si è verificato un cambio d’epoca che sconfigge  definitivamente il terrorismo, esce dalla depressione degli anni Settanta  e porta a una forte propensione ai consumi e ai cambiamenti degli stili di vita.(….) Nel Trentino sono stati anni decisivi  nella costruzione e nella strutturazione di quel modello di società e di sviluppo che nei suoi fondamenti ancora oggi viviamo.

Giorgio Postal

Presidente Fondazione Museo storico del Trentino

Questo libro è un pezzo di storia, della Rttr certamente, la Tv Regionale fondata da Egidio Demarchi ed ora gestita da Davide Demarchi, del Trentino, ed anche un pezzo del percorso professionale di Paolo Cavagnoli, autore dei commenti redazionali che come direttore, dal 1983 al 1991 , presentava ai suoi telespettatori.

Ettore Zampiccoli

“Note di redazione 1983-1991, Sguardi sul Trentino degli anni Ottanta”, edito dalla Fondazione Museo Storico del Trentino, è un libro che può essere affrontato da tre diverse prospettive.

Può essere letto come una serie di riflessioni e memorie sugli anni cruciali che videro cambiare l’Europa e con essa il Trentino, oppure come un “sillabario” per capire le realtà di oggi alla luce di quelle di ieri, o ancora come un’affascinante storia di umanità, nata dall’incontro fra persone diversissime, ma che sapevano – e volevano insieme  – essere parte attiva, “ispirativa”, della loro terra. Nacque da questo sapersi incontrare Rttr, la televisione locale ancor ben attiva in regione, dopo tanti mutamenti nei mezzi di comunicazione. Sfogliando le“Note di redazione” di Paolo Cavagnoli, che fu direttore di Rttr dal 1983 al 1991, è forse da quest’ultimo punto che merita partire. Fra Cavagnoli e Demarchi, infatti, “patròn” della tv (e prima di Rtt, la radio rilevata dai giornalisti che l’avevano fondata, Ettore Zampiccoli, Antonino Vischi, Armando Detasiss, Maurizio Struffi e Costantino Guerra, dopo che Angelo De Tisi aveva precorso i tempi della liberalizzazione, nel 1974, con Radio Dolomiti) non c’era molto in comune.

Demarchi era un commerciante di  materiale elettrico ed elettronico di grande esperienza e viva intelligenza, che aveva capito le potenzialità dei nuovi strumenti di comunicazione e voleva venderli. Ma aveva anche capito che occorreva dar loro contenuti non solo di evasione, ma di visione: sulla vita, sull’ informazione. Demarchi era abile negli affari, ma ammirava la cultura e sapeva essere umile, ascoltare, cosa rarissima in quel mondo. Per dirigere la nuova tv si fece quindi consigliare, e fu Zampiccoli a suggerire Cavagnoli, che proveniva da tutt’altro mondo, da studi sociali, ma non astratti, non solo accademici bensì in presa diretta con una realtà umana spesso sofferente, con le famiglie in difficoltà, con i giovani disadattati. Una cosa forse li accomunava, Cavagnoli e Demarchi:  non si mettevano mai loro in primo piano, ma valutavano e soffrivano in prima persona i problemi che trasmettevano e commentavano.

Ora questi commenti si trovano nel libro del Museo Storico e consentono di rivivere quegli anni, che furono di grandi speranze (fine del terrorismo, caduta del comunismo, riunificazione con l’Est europeo) ma anche di grandi occasioni mancate, segnate dalla “revanche” di esasperate liberalizzazioni in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, distruttive della forza coesiva delle classi medie, sacrificando il lavoro alla speculazione finanziaria, distruggendo l’esemplare e sofferta tradizione di un “welfare” laburista, provocando quelle macerie sociali che oggi sommergono, fra troppe crisi di sfiducia e violenze, le speranze di un mondo nuovo. Anche il Trentino visse in quegli anni una stagione di rinnovamento, con le aperture di Flavio Mengoni, il “ping-pong”  ambiente-turismo fra Walter Micheli e Mario  Malossini. Kessler e Fabio Ferarri impegnati a fare dell’Università un ateneo d’eccellenza e Luigi Stringa, forse eccessivo ma incompreso, antesignano all’Itc di un’Intelligenza Artificiale di cui oggi sembra non si possa fare a meno. Pierluigi Angeli, dal canto suo, avrebbe riunificato e consolidato il movimento cooperativo che sempre sorregge l’economia e l’identità trentina.

In quegli anni si manifestarono però anche i primi “virus” di malessere e sfiducia (denatalità, crisi personali e sociali)  all’origine del malessere che oggi, nonostante la sua prosperità, il Trentino accusa. Il 1985 è l’anno di Stava …la Dc non riuscì più a comporre le sue anime, il senso del dovere cedette a una crescente rivendicazione di “diritti” … fino al 1991-1992, gli anni del referendum e della grande illusione sul “maggioritario”, quasi si potesse governare una comunità con un voto di maggioranza, “alternando” sistemi di vita spesso incompatibili.

Occorre essere grati a Paolo Cavagnoli per le “Note” di quegli anni. Le sue pagine sono una miniera tutta da esplorare, i commenti brevi e nitidi. Ad esempio, il 12 dicembre 1983,  fiera di Santa Lucia, il  centro storico di Trento stava rinascendo (col tandem Guarino-Goio), ma la politica affondava, dimentica del bene comune, nell’incapacità di esprimere un nuovo governo provinciale. Il 13 dicembre Cavagnoli scrive::“Stiamo perdendo, anche nella nostra  regione, alcune caratteristiche che ci distinguono, come la saggia e oculata amministrazione, una visione spartana dell’ente pubblico, dove la professionalità e la rigidità anche dei funzionari è ormai un lontano ricordo. Il mondo del lavoro deve ritrovare nell’ente pubblico non più il tutore delle imprese fallimentari o piratesche, ma lo stimolo e il coordinamento per  individuare quelle forme e quelle fonti di produzione che, imperniate sulla valorizzazione delle nostre naturali risorse, eliminino  l’assistenzialismo industriale, ormai giunto ad uno stato comatoso”. Sono note che sembrano ritagliate sui problemi e le sfide del “Dopo-Virus” oggi. Attendono nuovi commenti.

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