Tisi all’Assemblea zonale di Mezzolombardo insiste sul ruolo dei laici negli ambienti di servizio fra le persone ferite dalla vita
Fin dai canti introduttivi è stato un vivace clima di oratorio a caratterizzare l’Assemblea pastorale di sabato scorso a Lavis nell’accogliente struttura gestita dai padri canossiani. Nella Zona pastorale di Mezzolombardo, coordinata dal vicario don Mario Busarello che ha presentato l’obiettivo dell’intensa mattinata, sono ben 12 gli oratori fra loro ben collegati, “tutti luoghi per camminare nella fede ma anche terreno di relazioni sane con valenza sociale – come ha descritto Marco Claus, dell’oratorio di Lavis – ambienti frequentati anche anche da bambini non battezzati o di altre religioni”.
E’ una realtà trainante, come si è visto anche nell’incontro pomeridiano per il progetto “Comunicare comunità”, perché le relazioni intessute fra gli animatori oratoriani si riversano positivamente anche nelle relative parrocchie. Lo hanno evidenziato Roberto Gianotti e Mariano Ferretti, rappresentanti nel Consiglio diocesano, che hanno ripresi gli stimoli offerti dall’Arcivescovo, con quell’invito a “sentire forte il desiderio del mare” prima ancora che chiedersi “come e con chi attrezzare la barca”.
Oltre agli oratori è stata raccontata l’impegnativa e positiva esperienza delle dodici comunità della val di Cembra, da molti mesi senza parroco residente: la riscoperta della Parola di Dio, il maggior coinvolgimento nei momenti liturgici e nelle iniziative di carità sono stati messi in luce da don Bruno Tomasi, amministratore parrocchiale, che ha osservato il valore positivo di un certo controllo sociale nelle comunità piccole e la disponibilità a vivere esperienze nuove, anche se con numeri ridotti: “Per cambiare, la prima cosa è non fare più quello che si è sempre fatto!”.
Don Luca Tomasi ha illustrato l’interesse per “Passi di Vangelo”, l’incontro mensile col Vescovo ripreso pochi giorni prima (vedi sotto) anche nella zona pastorale ed uno dei giovani partecipanti, Roberto di Mezzocorona, ha confessato: “Incontrando tanti altri ragazzi, non ti senti solo come talvolta avviene in parrocchia, prendi entusiasmo. E anche stando in silenzio ti arricchisci di quanto raccontano gli altri”.
L’Assemblea lavisana si è arricchita anche di un contributo elaborato dalle comunità della val di Cembra e sintetizzato dal vicario generale don Marco Saiani. Tra le attenzioni la formazione degli adulti, gruppi sulla Parola a livello di valle, impulso agli appuntamenti interparrocchiali e un’idea fra le altre: “perchè i Consigli pastorale non invitano per una volta i giovani della comunità ad un confronto-ascolto con loro”?
Ha portato a riempire decine di foglietti lo spazio lasciato alle domande dell’assemblea centrate ancora sul tema laici e giovani. “Il futuro della fede del Trentino, dipenderà dalla fede dei laici che sanno camminare insieme dentro le nostre comunità” ha risposto l’Arcivescovo precisando però che egli non pensa ad un laico modello clericale, riconosciuto come avviene in Germania, sulla base delle sue competenze: “La fede non significa sapere delle cose in più, ma vivere il Vangelo nei propri ambienti di vita”, dando testimonianza fra i poveri, i bisognosi e gli ammalati: “Dobbiamo essere delle comunità balsamo per chi è ferito dalla vita”.
Ha rilanciato poi il senso della riscoperta della Parola di Dio (“che non è un testo da studiare ma l’incontro con la vita di Gesù”) ed ha dato una risposta sul recupero delle tradizioni (la pubblichiamo integralmente a pag. 31). Parlando dei sacerdoti ha insistito sulla dimensione del prete-segno che aiuta anche la comunità ad essere segno. E se è bene che il prete non arrivi dappertutto, toccherà sempre di più alla responsabilità dei laici animare le piccole comunità: “Come avveniva un tempo quando le signore dell’Azione Cattolica si trovavano da sole a organizzare dei momenti di preghiera”. Ha annunciato infine che sul tema della missione oggi la riflessione sta coinvolgendo il Consiglio presbiterale e il Consiglio pastorale diocesano in vista di un progetto rinnovato che dovrà coinvolgere da vicino non solo i gruppi di animazione missionaria. Ne riparleremo.
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