L’appuntamento per l’ora guidata mensile degli adoratori nella chiesetta di Santa Chiara (via S. Croce) è per giovedì 3 maggio alle ore 16. La riflessione mensile offerta dal Centro Eucaristico S. Chiara.
Cadono nel mese di maggio, quest’anno, le due grandi feste che concludono il tempo pasquale, l’Ascensione e la Pentecoste. E la devozione a Maria? Dobbiamo temere che venga accantonata, trascurata, in ragione di celebrazioni più importanti? Ci ha pensato Papa Francesco, con la felice decisione di collocare proprio nel lunedì di Pentecoste la nuova memoria liturgica di Maria Madre della Chiesa. Un sapiente invito a riprendere in mano l’insegnamento della Chiesa su Maria dal Concilio Vaticano II in avanti e a riscoprire come il nostro cammino di fede nella Chiesa è anche oggi accompagnato, custodito, sospinto avanti dalla presenza silenziosa e discreta della Madre.
Gesù risorge e ascende al cielo, ma la sua nuova condizione di gloria non lo allontana da noi. La Chiesa è il suo Corpo che vive nella storia, unita al Capo che ininterrottamente opera in lei col suo Santo Spirito. Nella Chiesa che annuncia, che soffre, che serve, che prega, che celebra, Gesù è presente e annuncia, soffre, serve, prega, celebra con lei. E la Madre? Possiamo immaginare che, assunta in cielo col suo corpo, se ne stia là, nella pienezza della gloria, semplicemente in attesa che si compia per noi il cammino della salvezza?
Là dove è il Figlio, troviamo anche ora in qualche modo la Madre, così come era già successo a Cana, così come accade ai piedi della croce, dove è Gesù stesso a donarcela. Si tratta di una mediazione materna resa possibile proprio dalla pienezza della sua configurazione al Figlio. Maria – afferma il Concilio – “cooperò in modo tutto speciale all’opera del Salvatore, coll’obbedienza, la fede, la speranza e l’ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo ella è diventata per noi madre nell’ordine della grazia” (LG 61). “Questa maternità di Maria nell’economia della grazia perdura senza soste… Difatti anche dopo la sua assunzione in cielo non ha interrotto questa funzione salvifica, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci i doni che ci assicurano la nostra salvezza eterna” (LG 62).
Quanto prezioso diventa mettersi alla sua scuola. Non si tratta di moltiplicare le “ave Maria”, come devozione semplicemente rivolta a Lei, ma di imparare, anche recitando il rosario, a contemplare con lei i misteri della vita di Gesù.
Nessuno al mondo ha mai guardato Gesù e nessuno nell’universo lo guarda ora come lo guarda Maria. Vale la pena, a questo riguardo, rileggere la bella Lettera sul Rosario che Giovanni Paolo II ci ha lasciato quasi come testamento nel 2002. “Cristo è il Maestro per eccellenza, il rivelatore e la rivelazione. Non si tratta solo di imparare le cose che Egli ha insegnato, ma di ‘imparare Lui’. Ma quale maestra, in questo, più esperta di Maria?” (RVM 14)
Maria è ricordata in ogni Messa. Perché non ricordarci della sua presenza anche durante l’adorazione eucaristica, per farci aiutare da Lei a crescere nella conoscenza e nell’amore di Gesù?
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