Europa e Usa, scontro sulla Russia?

Dopo aver “vinto” la Guerra Fredda, l'Occidente ha trascurato di integrare la Russia nell'architettura di sicurezza euroatlantica

Le ulteriori sanzioni imposte dagli Usa alla Russia nell'estate 2017 possono aver un senso, se viste da oltre Atlantico. Assai diversa è la prospettiva di quelle imprese europee che saranno multate e costrette a interrompere ogni attività con aziende russe. L'iniziativa americana appare esagerata e ripropone una pressione come quella esercitata dagli Usa sulle imprese europee un paio di anni fa, affinché sospendessero le relazioni commerciali e di investimento con l'Iran. E non sarà presumibilmente l'ultima volta che ciò succede. Per quanto tempo ancora l'Unione Europea dovrà accettare queste imposizioni? L'Europa non costringe le imprese americane ad abbandonare lucrosi mercati esteri. A parer mio è arrivato il momento che la Ue difenda i suoi legittimi interessi nei riguardi delle relazioni commerciali ed energetiche con la Russia.

Nella visione americana, i problemi sulla scena internazionale sono creati da Putin, che è visto quasi come un diavolo. Putin giocherebbe con l'Occidente come il gatto col topo. Putin ha anche rafforzato la retorica nucleare. Ma soprattutto è Putin che si è impossessato della Crimea e che istiga alla guerra nell'Ucraina orientale. Tutto questo è vero e si tratta di comportamenti che vanno condannati. Tuttavia è evidente che alcuni settori economici americani hanno tutto da guadagnare da una crisi con la Russia, in primo luogo l'industria bellica e quella energetica. Non sarà mica per questo che l'establishment che presiede alla politica estera Usa non sembra avere molti incentivi per risolvere il conflitto con Mosca? Forse questo può spiegare il motivo per cui molti a Washington non apprezzano le idee che ha Trump a questo proposito; infatti il presidente a stelle e strisce ha sempre detto di voler migliorare le relazioni con la Russia. E' forse possibile che la Nato, ancora dominata dagli Usa, complichi la situazione imitando i deleteri comportamenti di Putin, per ragioni che vanno al di là della geopolitica? La Nato ha organizzato esercitazioni militari su grande scala negli stati baltici e nelle zone circostanti, mandando bombardieri strategici verso l'Europa, proprio come succedeva durante la Guerra Fredda.

E' un peccato che si sia trascurato per lungo tempo un punto fondamentale: il motivo per cui Putin si comporta in modo più assertivo del passato. La risposta a questa domanda potrebbe aiutarci a valutare le future intenzioni del leader russo. Quando si cerca di individuare le motivazioni di Putin, ci sono fondamentalmente due scuole di pensiero: secondo la prima Mosca è sempre stata espansionista; l'altra sostiene invece che la Russia aveva inizialmente assunto un atteggiamento difensivo, reagendo alle azioni occidentali, ed in particolare al tentativo di incorporare l'Ucraina nella propria sfera di influenza. Se si studia l'aggrovigliata situazione del dopo Guerra Fredda, si vede come sia la seconda ipotesi quella più vicina al vero. Dopo aver “vinto” la Guerra Fredda, infatti, l'Occidente ha trascurato di integrare la Russia nell'architettura di sicurezza euroatlantica, rifiutandosi di considerarla uno stato come gli altri. Questo contrasta fortemente con l'atteggiamento nei confronti della Francia post napoleonica, così come della Germania e del Giappone dopo la seconda guerra mondiale. Queste nazioni furono integrate nel sistema di alleanze internazionali, nonostante il fatto che proprio loro avessero iniziato le guerre da cui poi uscirono sconfitte. Ciò ebbe un forte effetto stabilizzante sulla politica mondiale. Sono convinto che se, dopo il 1991, l'Occidente avesse integrato la Russia in un'analoga organizzazione di sicurezza collettiva, oggi non ci ritroveremmo in questa difficile crisi. Se gli stati non fanno attenzione a preservare gli interessi di tutti, allora si ritorna ad una situazione quasi medievale di scontro tra potenze. Non è necessario essere dei fini diplomatici per capire che, se si continua ad irritare qualcuno, questo prima o poi reagirà in qualche modo. (…)

Insisti oggi, insisti domani, è inevitabile che si superi il limite di sopportazione. Per i russi questo avvenne nel 2003. In nazioni a loro vicine scoppiarono le prime “rivoluzioni colorate”, sostenute da organizzazioni non governative occidentali. Putin temeva che questi sommovimenti potessero espandersi alla stessa Russia. Fu in quel momento che ebbero termine gli sforzi informali che la Russia aveva fatto per diventare parte dell'Occidente. Mosca divenne più assertiva, anche grazie alla crescita del prezzo del petrolio e del gas. Dopo un certo tempo la Russia adottò una strategia più aggressiva. Dopo la terza espansione della NATO nel 2007, quando si promise di diventare membri dell'alleanza atlantica persino all'Ucraina e alla Georgia, la Russia provocò quest'ultima, causando una breve guerra. Ciò nonostante, l'Occidente, quasi fosse autistico, non capì la necessità di cambiare atteggiamento.

Nel 2013 ci fu l'iniziativa diplomatica europea più sorprendente, mirante a togliere l'Ucraina dalla sfera d'influenza russa. In più di un'occasione il Cremlino aveva detto chiaramente che ciò avrebbe rappresentato il superamento di una linea rossa invalicabile. Tuttavia l'Occidente fu ingenuo, o forse semplicemente espansionista. (…)

Penso che possiamo ancora imparare qualcosa dai nostri errori del passato. Dovremmo migliorare le nostre relazioni con la Russia. Questa nazione è necessaria per arrivare ad una stabilizzazione del Medio Oriente (e quindi del terrorismo e delle migrazioni verso l'Europa). E' necessaria anche per varie questioni che vanno dall'energia, alla proliferazione nucleare (Iran e Nord Corea inclusi) e ad altri temi legati alla sicurezza. E' inoltre nel nostro egoistico interesse economico non lasciare che la situazione con la Russia resti cattiva e addirittura peggiori ancora. Migliori relazioni con la Russia renderebbero più facile la situazione anche per gli stati baltici e per l'Ucraina. Di conseguenza, sarebbe opportuno smettere di discutere dell'ingresso dell'Ucraina nella Ue e nella Nato. Se così non sarà e se invece si arriverà ad armare direttamente l'Ucraina, come alcuni negli Usa stanno pensando di fare, allora si può essere sicuri che Putin intraprenderà ulteriori azioni militari. Per dirla in breve, è arrivato il momento che l'Europa, proprio come fanno gli Usa, difenda i propri interessi ed i propri posti di lavoro. Non c'è nulla di sbagliato in ciò. L'Europa dovrebbe smettere di seguire sempre e comunque gli Usa.

Tom Sauer*

*professore associato di politica internazionale all'Università di Anversa, in Belgio

(traduzione di Mirco Elena – il testo integrale su www.vitatrentina.it)

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