Il teologo trentino Leonardo Paris anticipa i temi del suo libro che viene presentato al Vigilianum
Leonardo Paris, docente allo Studio Teologico Accademico Tridentino, è fra i pochi teologi italiani che si vanno inoltrando nella giungla intricata delle scienze che studiano il cervello umano. Ora presenta in anteprima al Vigilianum, di cui è coordinatore, il ponderoso volume dal titolo generico “Teologia e neuroscienze” (Editrice Queriniana), ma dal sottotitolo esplicativo: “Una sfida possibile”.
Perchè possibile, prof. Paris?
Ritengo possa essere molto fecondo un confronto fra due prospettive così diverse. Noi credenti viviamo in bilico fra un mondo sempre più ricco di acquisizioni scientifiche, di tipo materiale, e il tentativo di essere uomini e donne di fede. È importante chiedersi quali scambi sono possibili, altrimenti restiamo spiazzati.
Come nasce il suo interesse per questo tema di frontiera?
Me ne sono occupato negli studi di dottorato ed ora, rispondendo alla richiesta della Queriniana, ho cercato di offrire una presentazione del tema interessante e divulgativa, alla portata di tutti.
Premessa: cosa s’intende per neuroscienze? A cosa puntano?
È una galassia molto vasta di studi sul cervello che vanno dal sonno alla coscienza, alla libertà… Orientati quasi sempre sul dettaglio, sono accomunati dall'avere un'idea molto terrosa, molto fisica, dell'uomo, nel tentativo di spiegare tutti gli aspetti della vita umana dal punto di vista delle leggi chimiche e fisiche.
Proprio questa prospettiva che ci costringe a guardarci come uomini fatti di terra, può essere utile a riscoprire la concretezza della fede cristiana.
Proviamo a fare un esempio?
Per le neuroscienze l'uomo è solo nell'universo, affidato a se stesso. Ma anche nella vicenda cristiana, che vede l'uomo affidarsi a Dio, troviamo ad un certo punto Gesù solo, quasi abbandonato.
Poter mettere in dialogo questi due affidamenti, queste due solitudini, può essere un tentativo illuminante.
Un altro esempio che lei propone nel libro è la libertà?
Sì, perchè ricorrendo alla teoria dei neuroni a specchio le neuroscienze vedono comunque l'uomo sembre in relazione con l'altro uomo. Anche nel cristianesimo abbiamo un Dio che è principalmente relazione. Far dialogare queste due prospettive può essere un tentativo interessante. Per noi cristiani, anche nella pastorale e nella catechesi, può venirne un aiuto a parlare dell'uomo e di Dio in modo meno disincarnato
A che punto è la riflessione teologica?
Gli autori italiani dedicati al tema sono ancora pochi perchè la teologia fa ancora fatica a confrontarsi con le neuroscienze. Personalmente ho utilizzato molto lo psicanalista Lacan e penso che la psicologia possa fare da ponte con la teologia in questo dialogo con le neuroscienze.
È significativo che il suo libro sia presentato al “Vigilianum” che vuole essere un luogo di confronto culturale?
Sì, credo che questa sia la vocazione del Polo culturale e, in generale, degli studi teologici nella nostra diocesi, che sono stati sempre molto aperti. Ma è stato il Concilio ad allenarci a comprendere meglio la verità, anche la verità di fede, passando attraverso confronti seri con altre scienze.
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