Un appartamento accoglierà le famiglie che si trovano a Trento per le cure di protonterapia. L'inaugurazione l'11 febbraio
Non si tratta solo di una casa, anche se già quella è molto, ma di un’accoglienza a tutto tondo, fatta anche di persone, di una passeggiata al parco giochi o una cena in compagnia, di una parola di conforto, o di parole “leggere” per distrarsi un po’; un’accoglienza che, in un momento difficile come può essere quello di una famiglia che partecipa alle cure di un figlio malato, provi a restituire un po’ di normalità.
Un progetto nato quasi per caso, che sin da subito ha trovato molte porte aperte. Grazie alla collaborazione tra Diocesi di Trento, con la Pastorale della salute e la Pastorale familiare, Caritas e Fondazione Comunità Solidale, si aprirà presto anche la porta di casa di via Endrici 27: accoglierà famiglie che si trovano temporaneamente a Trento per accedere alle cure di protonterapia.
Ci racconta tutto Silvia Iseppi, che lo ha avviato e che ora ne tiene le fila. Durante una visita al centro di protonterapia, il primario Maurizio Amichetti le parlò della difficoltà per i pazienti e i loro familiari (quando si tratta di pazienti pediatrici) a trovare un alloggio in città nel periodo del trattamento. Sei settimane: troppe per sostenere le spese in hotel per tutti, troppo poche per cercare appartamenti in affitto; così le famiglie sono spesso costrette a dividersi, oppure ad accontentarsi di sistemazioni inadeguate. Una dottoressa specializzata in oncologia pediatrica riferiva di un particolare bisogno di sostegno per le famiglie con figli piccoli: l’elaborazione della malattia del proprio bambino è un aspetto molto delicato per la coppia, che richiede il giusto tempo ma anche il giusto spazio. “Tutto diventa ancora più difficile – ci spiega Silvia Iseppi – se, per necessità legate alla disponibilità economica, si vive tutti in una sola stanza, annullando la dimensione intima di coppia, o se si affronta la situazione da soli; anche perché quando un bambino arriva a protonterapia, ha già alle spalle una storia che pesa molto, non solo economicamente”.
Pronti, via: dopo un primo colloquio con il vicario generale don Marco Saiani, la Diocesi di Trento ha individuato e messo a disposizione l’appartamento di via Endrici (usato in questi giorni per l’emergenza freddo). La Caritas diocesana si è detta disponibile ad offrire la sua esperienza nella gestione degli aspetti burocratici legati all’affitto (che sarà a canone moderato) e alle utenze, mentre continua ad allungarsi l’elenco di aziende e privati che sostengono il progetto con donazioni di vario genere, contribuendo ad una degna accoglienza: Manifatture Lombarde, Famiglia cooperativa di Aldeno e Mattarello, Zambaiti (stoffe e tessuti), Martinelli Arredamenti, Patiflex, “Gruppo 27 giugno”…
Da cosa nasce cosa: “Ci piacerebbe poter offrire a queste famiglie anche una rete di sostegno. Una rete di ‘famiglie amiche’, opportunamente formate perché imparino ad entrare in relazione in maniera sana e rispettosa, disponibile ma non invadente”, spiega ancora Iseppi, che in collaborazione con le Pastorali della famiglia e della salute sta progettando un corso di formazione, rivolto a famiglie ma anche a singoli. “Non è detto che i volontari entreranno subito in servizio, ma in ogni caso ci interessa far crescere questo tipo di sensibilità, collaborando anche con realtà diverse dalla nostra, come Lilt e Abio, che già si occupano di far fronte tramite il volontariato allo stesso bisogno”.
Un progetto appena nato, ma che guarda già al futuro. “La speranza è che nascano altre disponibilità sul territorio, magari da parte di privati con un appartamento sfitto…”. Questo è “solo” l'inizio.
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