Piscine di Sover, una “canta della Stella” tutta al femminile

Piscine di Sover, la “Canta della Stella”. Foto © Gianni Zotta
Piscine di Sover, 5 gennaio 2017 – Tutta al femminile la “canta della Stella” in un gelido pomeriggio di vigilia dell’Epifania. Matilde Tonini veste i panni di Melchiorre; Linda Vettori è Gaspare; Alice Bortolotti interpreta Baldassarre. Nessun maschietto in grado di vestire i panni di Re Mago? “No, risponde Alice, perché sono tutti o troppo piccoli o troppo grandi”. Loro, le regine “Mage” frequentano le scuole medie: una a Segonzano, due a Cavalese.Già, perché questo villaggio al confine della Val di Cembra con quello amministrativo di Fiemme è sempre stata terra di emigrazione. Non soltanto scolastica. I cimiteri del Colorado (Silverton, Telluride, Ouray) e della Francia orientale sono “vissuti” con le salme dei minatori dai cognomi Bazzanella, Dalla Valle, Nones. Roberto Bazzanella, ricercatore storico originario di Piscine, autore di numerose pubblicazioni sulla sua comunità, ricorda che molti di qui sono stati minatori o muratori: “Furono parecchi gli uomini di Piscine impegnati nelle miniere di Monteneve, tra la Val Passiria e la Val Ridanna”. Le vecchie miniere di Monteneve (Schneeberg), coltivate per otto secoli, erano a quota 2.355 m.È probabilmente questa la ragione che ha portato, nella prima metà del XIX secolo, quando la chiesa fu rifatta (1849) a cambiare la titolare della curaziale di Piscine: da S. Maria delle Grazie (del 1710) a S. Barbara. La patrona dei minatori, appunto.

Eretta curazia il 9 dicembre 1815, Piscine aveva allora 290 abitanti. Al tempo della prima epidemia di colera (1836) erano 293; quando ci fu una seconda epidemia (1855) la popolazione era di 276 unità. Poi vi fu un’esplosione demografica: 384 (1860); 400 (1870); 413 (1880); 465 (1890). Il calo si fece sentire sul finire del secolo, con l’emigrazione americana. Allo scoppio della Grande guerra gli abitanti erano 415, ridotti a 386 nel 1919. “Morirono 25 giovani del paese in quella carneficina che fu la prima guerra mondiale – sottolinea Roberto Bazzanella – e la Canta della Stella, che dal Settecento aveva caratterizzato l’Epifania di questo villaggio, fu sospesa. L’abbiamo ripresa 24 anni fa”. Ma già nell’Ottocento era stata “rinforzata” con un paio di canti, importati dalla Valle dei Mocheni da don Antonio Fadanelli da Grumes (1756-1824) mandato qui a fare il curato.

“Mio nonno ne conosceva una decina, adesso le ragazze della Stella ne propongono quattro”, dice Roberto Bazzanella. È rimasto un canto di questua: “Le ‘beghenàte’, (beghenàte, da “ben che è nato”), le offerte che sono date ai cantori in ogni casa visitata serviranno per aiutare un’associazione di bambini ammalati della val di Fiemme. Quest’anno abbiamo ideato anche le ‘beghenàte reverse’. I cantori, cioè, portano un dono in ogni casa”.

Si è cominciato, in alto, nell’abitazione occupata da una coppia di immigrati dalla Romania. Valerica e Michail Dumea, sono di religione cattolico-romana, come tutti gli abitanti della valle del Siret, l’affluente del Danubio che nasce in Ucraina e attraversa anche la Moldavia. “Il canto della Stella si fa anche da noi, ma i cantori passano di casa in casa solo il 31 dicembre”. Velerica arrivò a Piscine 16 anni fa per assistere Arcangelo Bazzanella. Quando questi morì, lei restò in Val di Cembra.

Piscine di Sover, la “Canta della Stella” nelle abitazioni del paese. Foto © Gianni Zotta

La “Stella”, fatta girare da Desirée dell’Andrea, 12 anni, e accompagnata da Nicola (7 anni) e Flavia (10 anni), riprende il cammino verso il centro dell’abitato.

Charlotte Ivonne Bazzanella, 90 anni a dicembre, vispa e civettuola vanta la sua nascita in Francia dove i genitori emigrarono nella prima metà del Novecento. Il papà faceva il muratore vicino a Ginevra, la mamma era cuoca. Allo scoppio della guerra, nel 1940, la famiglia tornò a Piscine. Ivonne sposò un cugino.

Le regine “Mage” intonano la filastrocca: “Dove è nato il re Messia? A Betlemme di Giudea. Noi siamo i tre re Magi, venuti dall’Oriente a salutar la gente, ad adorar Gesù…”. Roberto Bazzanella, direttore del coro “La Valle” e del minicoro dei bambini, accompagna il canto con la fisarmonica.

Poi il gruppo si trasferisce nell’abitazione di Pia Bazzanella, 88 anni e due gemelli , Iris e Walter, avuti nel 1954. Per allattarli dovette comprare una capra.

Secondo l’antica consuetudine delle “beghenàte” dona al gruppo dei cantori una busta con denaro accompagnata da un chilo di farina gialla: “Ghe l’hai sempro dàta parché ‘n dei nossi paesi bisogn far la polenta”.

Il giro attraversa tutto il paese, visita una quarantina di abitazioni. Non ci sono più le stalle, ma Roberto Bazzanella scrive sullo stipite di ogni porta la data che figurerà per tutto l’anno: “20-C-M-B-17”. Significa: nel 2017 sono passati da qui i re magi: Gaspare, Melchiorre e Baldassare. Ma vuol pure dire “Christus mansionem benedicat”, Cristo benedica questa casa.

Il “giro” finisce dalla Renata, Bazzanella pure lei, il fulcro dell’intera comunità di Piscine. Porta avanti, da sola, l’unico negozio di generi misti rimasto, un bar e persino una locanda. “Sono orgogliosa d’essere riuscita a tenere aperta questa bottega – disse – la cui anzianità è documentata fin dal 1846. Ed eravamo aperti, a quel tempo, già da cinque anni. È la più vecchia bottega del Trentino e cerco di conservarla aperta per tante ragioni. Perché qui ci sono le fatiche dei miei genitori, Andrea (‘Andreino’) e Luigia e perché è l’unico punto di ritrovo della comunità”.

Qui c’era il telefono pubblico, chiamavano gli emigrati, si faceva festa. A Carnevale i giovanotti si radunavano per il ballo.

Adesso a Piscine sono rimasti soltanto 110 abitanti, la maggior parte anziani.

Resistono le tradizioni, “el magnàr de na vòlta” e soprattutto la Renata.

Senza di lei sarebbe probabilmente il declino.

Le donne, da queste parti, sono tutte “regine”.

Piscine di Sover, il negozio di Renata Bazzanella. Foto © Gianni-Zotta
vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina