Damiano Tommasi, cosa ha significato per lei nascere e crescere in una piccola realtà di paese di montagna?
“Lo riassume bene una frase del libro di Marco Hrabar. Potrebbe sembrare che nascere a Vaggimal significhi nascere fuori dal mondo, invece vuol dire nascere con i piedi per terra”
Nel mondo del calcio chi non ha questi “anticorpi” rischia di rimanere schiacciato…
“Ma anche chi cresce su un terreno fertile può scivolare e farsi male. Non è facile… Personalmente ho avuto la fortuna di avere alle spalle una famiglia che mi ha aiutato a vivere il mondo dello sport come un atleta, vedendo nel sacrificio il primo ingrediente per ottenere i risultati e insegnandomi il senso di responsabilità verso gli impegni presi. Al di là dei risultati, questo mi ha permesso di vivere nella maniera giusta gli alti e i bassi che una carriera sportiva ti porta a vivere”
Tommasi, si riconosce nei giovani calciatori di oggi?
“Grazie al mio ho potuto conoscere tanti ragazzi che avrebbero bisogno di pubblicità, ma come è nel loro carattere, rimangono spesso dietro le linee. Tanti ragazzi che vivono questa professione senza perdere di vista i veri valori della famiglia e delle loro origini. E sono molti di più di quello che si racconta…”.
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