“Vedo nel podismo un nuovo rituale della modernità. Un travestimento collettivo, di un corpo un po' feticcio. La socialità lavorativa stressa, stare insieme in modo giocoso attrae”
«Mi piace molto correre, ma preferisco farlo da solo. Non ero tra gli iscritti, da antropologo osservo…». A Radio Trentino inBlu, l'antropologo Duccio Canestrini commenta The Color Run.
E parte già scettico, Canestrini?
“Vedo un fenomeno collettivo dal forte impatto emozionale e per questo mi interessa. Direi che il podismo in generale è diventato un rituale della modernità, dalle maratone alle ascese ai grattacieli. Si punta a portare il tempo libero negli spazi della città produttiva. Quindi un fenomeno ludico, ricreativo. Parlo di rituale, ma non c'è nulla di religioso”.
La Color Run dice però di ispirarsi alla festa Indù di Holi…
“In verità io avevo pensato alla Kumbamela, sempre una festa indiana, con sedici milioni di partecipanti. Lì c'è un'immersione nei fiumi. Non mi risulta alcuna abluzione nell'Adige (ride divertito, ndr)… Questo è un rituale laico, più vicino al gioco. Sembra trasgressione, ma non lo è perché in realtà tutti hanno la stessa maglietta, fascetta in testa, un pettorale e il giorno dopo si torna all'abito di sempre…”.
Sedicimila iscritti a fronte di una diffusa crisi di partecipazione. Il conto le torna?
“Questo fa indubbiamente pensare. In un periodo di crisi di interesse della nostra comunità su temi forti e sui valori che potrebbero animare le piazze, qui è invece tutto deprivato di ogni sostanza. Si tira il cappello in aria e lo si fa per divertirsi. Il che va benissimo, sia chiaro, ma fa pensare”.
E a cosa rimanda?
“A un travestimento collettivo, con una restituzione di valore supremo al corpo. Un corpo un po' feticizzato che diventa protagonista di questa performance, una cosa un po' televisiva. C'è grande bisogno di protagonismo”.
Questa voglia matta di colore viene letta come ritorno all'infanzia. Condivide?
“C'è sempre stato il desiderio dell'uomo di decorare il proprio corpo. Lo faceva anche l'uomo di Neanderthal. Siamo in linea. Mi sembra interessante, nel fenomeno del podismo di cui parlavo, il desiderio di mettersi alla prova e verificarsi, in quanto individui, nel gruppo. Molti sono staccati tra loro da una socialità lavorativa che stressa. Stare insieme in modo giocoso attrae”.
E quindi anche 25 euro di iscrizione, pur in tempi di magra, si trovano facilmente…
“Lo svago costa, ma non ci pesa. E' una sorta di cuccagna, di carnevale, il denaro che sembra sprecato diventa investimento in felicità, per quanto passeggera”.
L'anno prossimo la Color torna. Un pensiero?
“Potremmo continuare la chiacchierata correndo!”.
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