Aizo, Caritas e Consorzio Equo danno una mano per la formazione
Anche a rom e sinti del Trentino, raccoglitori di ferro per tradizione, viene ora offerta la possibilità di associarsi in cooperativa, trasformandosi da operatori clandestini in piccoli imprenditori autonomi. Il progetto “Ferro” è nato dalla sezione regionale dell' Aizo, l'associazione Onlus fondata nel 1971 a Torino, il Consorzio Equo scs e la Caritas diocesana con l'obiettivo dichiarato di garantire piena legittimità a quanti operano in questo settore anche in provincia (si stima una cinquantina di rom e sinti). Si punta all'attivazione di un canale di conferimento dei materiali ferrosi raccolti da sinti e rom; i due centri di conferimento ad Arco e Rovereto sono già stati coinvolti.
La Caritas ha stanziato 3 mila euro – ha spiegato il direttore Roberto Calzà – per l'acquisto di un mezzo per il trasporto del ferro, Aizo e Consorzio Equo curano un programma promozionale per il coinvolgimento degli interessati e la formazione degli addetti, su permessi, leggi e autorizzazioni.
L'esperienza extraregionale di Aizo (migliaia di associati, circa 200 gruppi iscritti, una quarantina di magazzini di conferimento convenzionati) rappresenta non solo un biglietto di visita, ma conferma l'ottimo livello organizzativo raggiunto. In questo momento di crisi, ha spiegato Gian Luca Magagni, il riciclo del ferro è assai importante per il settore dell'acciaio, altrimenti costretto all'importazione dall'estero. Garantire la piena legittimità imprenditoriale, secondo i promotori, non potrà che favorire lo sviluppo legale di un comparto considerato finora del tutto marginale con conseguenze positive dal punto di vista economico, sociale e ambientale, ma anche relazionale fra raccoglitori e venditori.
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