Il nuovo sistema elettorale, denominato Italicum, è legge. Il provvedimento è stato approvato dalla Camera, lunedì 4 maggio, con 334 voti favorevoli, 61 no e 4 astenuti. Tutti i gruppi di opposizione hanno abbandonato l'Aula. E' indubbiamente una vittoria, seppure contrastata, di Matteo Renzi. La legge, che vale solo per la Camera non entrerà comunque in vigore prima del luglio 2016, in attesa dell'approvazione della riforma costituzionale che prevede un Senato non più elettivo. L'approvazione porta con sé il forte disaccordo all'interno del Pd, partito del quale Renzi è segretario. Di “dissenso abbastanza ampio” ha parlato Bersani (Pd) mentre per Brunetta (Fi) si tratta di una “vittoria di Pirro”. Renzi ha ringraziato i deputati dem che hanno scritto “una pagina di storia”. I Cinquestelle fanno appello a Mattarella perché non firmi l'Italicum.
La soglia prevista per il premio di maggioranza è il 40% dei voti, al di sotto è necessario lo spareggio fra le prime due liste. Il tetto minimo da superare per un partito è del 3% dei suffragi. Per la cronaca, la legge Mattarella a suo tempo aveva ottenuto alla Camera 287 voti, il Porcellum 323.
A meno di 24 ore dall'approvazione, della nuova legge elettorale è tornato a parlare Matteo Renzi nel corso del suo tour elettorale in regione. Per Renzi, la legge elettorale non è importante solo perché permette di sapere chi vince le elezioni, ma perché significa non continuare a “chiacchierare”, ma “fare le cose”.
La Lega, che ha visto il suo segretario, Matteo Salvini, mercoledì 6 maggio a Trento e negli altri maggiori centri dove si voterà domenica 10 maggio, ha annunciato di aver già pronta la proposta per un referendum parzialmente abrogativo del testo. Ma anche in questo partito, come negli altri che si sono assentati dall'Aula, manca per ora una strategia condivisa da tutti. Il testo dell'Italicum è attualmente all'attenzione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la firma.
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